Telecom Italia riapre il dossier torri L’interesse di Cellnex per Inwit
Venerdì il consiglio potrebbe dare mandato a Patuano. Il nodo del prezzo e l’ipotesi Opa
Telecom Italia riapre il dossier Inwit. La società collocata in Borsa a giugno, in cui il gruppo ha trasferito le torri di trasmissione, potrebbe essere valorizzata ulteriormente con la cessione di una quota. Molto probabilmente di maggioranza. Le valutazioni sarebbero in una fase piuttosto avanzata e, salvo rinvii, venerdì il consiglio del gruppo telefonico convocato dal presidente Giuseppe Recchi a Rio de Janeiro dovrebbe dare mandato all’amministratore delegato, Marco Patuano di avviare la valorizzazione di Inwit.
Telecom ha il 60% del capitale, dopo il collocamento in Borsa che ha portato 875 milioni di euro in cassa, complice anche la spinta di Cellnex, la società creata da Abertis per gestire le torri, che meno di un mese prima aveva debuttato alla Borsa di Madrid fissando quei multipli di valutazione che hanno poi permesso al gruppo telefonico di massimizzare l’incasso dell’Ipo. «L’operazione — ha ricordato ieri Patuano — è stata di grande successo, c’è molto interesse. Un altro punto della situazione bisognerà farlo; è il momento di fare un punto con il Cda». E proprio Cellnex, che in Italia ha già rilevato le torri di Wind, adesso è il principale indiziato per l’acquisizione di quelle Telecom. La società spagnola, che ha chiesto a Mediobanca di affiancarla nella valutazione delle possibili opzioni, aveva tentato di aprire un dialogo già prima dell’Ipo, ma senza esito visto che era stata scelta la strada della Borsa. Poi, a monte della quotazione, ci sarebbero stati altri contatti ma per Telecom era ancora troppo presto. Ora i tempi sembrerebbero maturi. Anche se nel frattempo il valore è salito e oggi tutta Inwit vale 2,6 miliardi di euro.
Sul tavolo ci sarebbe più di una ipotesi. Intanto va chiarito se Telecom intende uscire del tutto o mantenere una quota. Oppure approfondire l’ipotesi Il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi. Venerdì il consiglio della società Consiglio di amministrazione straordinario, ieri, in casa della Banca Popolare di Vicenza per definire alcuni dettagli del prossimo aumento di capitale, atteso fino a 1,5 miliardi di euro. L’operazione sarà garantita dal gruppo Unicredit e vedrà la partecipazione anche di BnpParibas, accanto a Deutsche Bank, Jp Morgan e Mediobanca, tutte con il ruolo di joint global coordinator. L’operazione di aumento è prevista entro l’aprile 2016, contestualmente alla quotazione in Borsa della banca presieduta da Gianni Zonin. Unicredit ha sottoscritto l’operazione «a condizioni e termini di mercato», spiega una nota. L’istituto berico, che negli ultimi due anni ha già realizzato Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia. La società ha il 60% di Inwit della cosiddetta «midco», una nuova società controllata al 100% in cui Telecom trasferirebbe il suo 60% di Inwit per poi aprire il capitale ad altri operatori di torri o fondi infrastrutturali.
Sulla carta la soluzione ideale, per massimizzare l’incasso, sarebbe la cessione della maggioranza con annesso premio di controllo. La quota potrebbe anche essere inferiore al 60% in aumenti di capitale per un importo di 1,5 miliardi è chiamato al raddoppio dopo che una ispezione della Bce ha evidenziato che quasi un miliardo delle passate operazioni era stato finanziato dalla banca stessa, in contrasto con il codice civile. L’arrivo nel consorzio di collocamento di cinque istituti di spessore internazionale, unitamente alla garanzia di Unicredit, rappresenta un passo avanti verso il rilancio del gruppo, oggi guidato da Francesco Iorio, atteso entro fine mese dalla presentazione del nuovo piano industriale. modo da consentire a Telecom di mantenere una presa sia per motivi di governance sia industriali. Il premio di maggioranza verrebbe però pagato anche ai soci di minoranza, visto che la vendita di una quota comunque superiore al 30% di Inwit farebbe scattare l’obbligo di Opa. L’asticella, insomma, rischia di essere piuttosto alta.