Innogest, nuovo fondo per le start up
( m. sid.) Nel mondo del venture capital italiano è una notizia bomba (di medio calibro, diciamo): Innogest, con il supporto del Fondo italiano degli investimenti (Cdp), ha chiuso il suo secondo fondo Capital II con una raccolta di 85 milioni di euro. Con questa stazza in un altro Paese sarebbe un piccolo soggetto, ma qui è un peso massimo. A livello di masse gestite la Sgr è la numero due, dopo Principia. Le dimensioni contano. La crescita di molte start up italiane è limitata anche perché, se non faticano a trovare i primi capitali per partire, non hanno porte a cui bussare quando le richieste salgono a “n” milioni. Ma fatti i fondi servono anche le “exit”, cioè qualche rilevante storia di successo che ci permetta di apparire sul monitor dei grandi investitori internazionali. Innogest chiuderà il suo primo fondo Capital I proprio nel 2016, allo scoccare del decimo anno di vita. Qualche nome di rilievo non è mancato, al netto di Hacking Team, società uscita sulle cronache per tutt’altri motivi e cioè per le critiche al suo programma Galileo emerse dopo l’attacco hacker. Tra le exit c’è stata Silicon BioSystem, venduta a Menarini a un importo mai rilevato, e TheBlogoTV, ma senza sostanziali guadagni. Il fondo ha perso anche il partner storico di Claudio Giuliano, Pinciroli. Nel 2016 l’ardua sentenza.