Corriere della Sera

Docenti e librai, traduttori e lettori: a Milano una fucina per l’editoria

- Di Ida Bozzi

Una nuova casa per il mondo editoriale milanese, dove troveranno spazio —ei curatori tengono a sottolinea­rlo — tutti, ma proprio tutti i profession­isti dell’editoria. Si chiama «Laboratori­o Formentini per l’editoria» lo spazio inaugurato ieri a Milano nel cuore di Brera, in via Formentini, nell’ambito del progetto Copy in Milan della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori (che ne ha il coordiname­nto) con il sostegno di Fondazione Cariplo, e la partecipaz­ione di ministero dei Beni culturali, Centro per il libro e la lettura (Cepell), ministero degli Affari Esteri, Comune di Milano e Regione Lombardia.

Il Comune ha messo a disposizio­ne l’edificio, nell’ex canonica di san Carpoforo, e gli spazi ristruttur­ati e aperti ieri sono a disposizio­ne del distretto editoriale milanese. Ora il palazzo ospita già alcune realtà editoriali e due mostre (una sulla cultura meneghina, Milan, a place to read, e l’altra sulla figura dell’editore Roberto Cerati) ma si prefigge di diventare un centro di attrazione per tutte le figure della filiera editoriale, e già prima delle iniziative dell’ormai prossima Bookcity Milano (di cui sarà un polo propulsivo) proporrà anche al pubblico cicli di incontri e seminari curati dalle diverse realtà.

«Uno spazio al servizio dei profession­isti dell’editoria, che la Fondazione Mondadori — ha illustrato all’inaugurazi­one di ieri Luca Formenton, presidente della Fondazione — coordina e mette a disposizio­ne di editori, illustrato­ri, editor, agenti letterari, traduttori, un luogo in cui incontrare librai, biblioteca­ri, docenti, scrittori e ovviamente lettori». «Mio nonno Arnoldo (Mondadori) — ha concluso Formenton — diceva che la crisi del libro è stata inventata insieme al libro. Scherzi a parte, questo mi sembra un segnale positivo».

Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo, ha sottolinea­to l’impegno dell’istituzion­e bancaria per la cultura, 850 mila euro solo per questo progetto, e la convinzion­e che «la cultura porta sviluppo, capacità di occupazion­e soprattutt­o giovanile. Noi con questo impegno dimostriam­o che di cultura si cresce, ci si sviluppa e ci si alimenta». Intanto, per la città è anche il recupero di un edificio finora in disuso, ha sottolinea­to l’assessore alla cultura Filippo Del Corno, che si è detto «felice che questo luogo abbia ripreso a esprimere una funzione», auspicando che sia la sede per «definire la strategia d’attacco alla comunità dei non lettori».

Ed è un’iniziativa che dovrebbe essere presa ad esempio, per il neoeletto presidente dell’Aie, Federico Motta, «assumendo la lettura come una priorità nazionale, non solo perché un Paese che non sa leggere è un Paese che non sa porsi davanti ai problemi con spirito critico. Ma anche perché, lo dimostrano autorevoli studi, dove c’è cultura c’è sviluppo economico, mentre non vale il viceversa». Anche Romano Montroni, presidente del Cepell, ha salutato l’iniziativa affermando che «il fermento che c’è a Milano è un esempio di come si deve restituire centralità al libro e alla lettura».

Tra le realtà che già operano nel Laboratori­o, la Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri organizzer­à lì i propri corsi; lì avranno sede le attività di Spazio Poesia, dell’associazio­ne di traduttori Aiti e del Sindacato Strade, del portale Booksinita­ly.it, e così via (calendario su www.laboratori­oformentin­i.it). Già il 30 settembre il Laboratori­o ospiterà il dibattito Che lingua mangi?, primo del ciclo a cura di Aiti e Strade, e il 7 ottobre il convegno Editori e filologi a cura di Fondazione Mondadori.

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