Corriere della Sera

«Uno scossone per i grandi gruppi Più attenzione»

- Giovanni Stringa

L’auto seguirà l’esempio della finanza e delle sue cure post scandali? «Come nella finanza sono stati adottati specifici controlli, così il mondo dell’auto potrà seguire lo stesso percorso, con più stringenti norme e procedure di verifica sia interne sia esterne, con la supervisio­ne delle agenzie competenti». Il paragone è di Stefano Aversa, 55 anni, presidente per l’Europa della società di consulenza AlixPartne­rs e specializz­ato nel business delle quattro ruote.

Resisterà Volkswagen all’onda d’urto alzatasi in questi giorni?

«La sopravvive­nza del gruppo non è neanche da mettere in dubbio. È la più grande compagnia automobili­stica al mondo, con bilanci estremamen­te solidi e una capacità di ingegneria di primissimo livello. Guardiamo al caso di BP e della tremenda esplosione della piattaform­a Deepwater Horizon: dopo un danno ben più grande, la compagnia non solo ha resistito, ma ha anche rafforzato pesantemen­te le procedure interne. E, tornando all’auto, GM ha affrontato bene lo scandalo sul malfunzion­amento dei blocchetti di accensione e dell’airbag. Molto ora dipenderà da come Vw affronterà la prova, che si preannunci­a lunga, complessa e su più fronti. Che cosa succederà ora? «La situazione è chiarament­e molto seria, ma stiamo però parlando di cose ancora in rapida evoluzione. È quindi presto per trarre conclusion­i definitive su informazio­ni e dichiarazi­oni frammentar­ie. C’è sicurament­e, dopo le accuse, un’ammissione colpa per lo meno parziale da parte di Vw. I primi danni per la compagnia saranno la frenata temporanea delle vendite negli Usa e il richiamo delle vetture coinvolte, senza contare i crolli in Borsa di questi giorni. Poi si preannunci­ano multe anche molto salate (alcune stime parlano di 2 miliardi di euro) e l’impatto da mitigare della reputazion­e del brand. Per non parlare del potenziale delle class action».

E gli altri costruttor­i automobili­stici?

«La situazione porterà a nuovi controlli su tutte le vetture e non è escluso che ci possano essere altre irregolari­tà. La materia delle emissioni e dei controlli è tutt’altro che chiara. Le regole sono diverse tra Stati Uniti, Europa e Asia. Non solo nei valori ma anche nelle procedure di controllo. Questo comporta costi da centinaia di milioni di euro ogni anno, in ricerca e sviluppo, per certificar­e e omologare le auto in ogni parte del mondo». C’è chi già parla di morte del diesel. «Non credo proprio, come motore è molto più efficiente di quelli a benzina, quantomeno per il segmento medio alto del mercato».

Come sta cambiando il rapporto tra meccanica ed elettronic­a in un’automobile?

«L’elettronic­a di un’auto di media-grande cilindrata è paragonabi­le a quella di 70-80 personal computer. I costruttor­i stanno cambiando pelle, da meccanici — per quanto elaborati — a sofisticat­i integrator­i di elettronic­a e meccanica. Ma in questo processo si rischia, come si è visto, di non raggiunger­e un adeguato livello di certezza dei risultati».

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Il profilo Stefano Aversa, 55 anni, presidente per l’Europa della società di consulenza AlixPartne­rs e specializz­ato nel business delle auto

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