Renzi prepara il tour per il referendum: andrò in tutta Italia
L’obiettivo di portare a votare un cittadino su due
ultime elezioni Europee. «E a quel punto saremo in grado davvero di finire la legislatura, altro che voto nel 2017», dicono nel suo staff.
In vista del referendum dell’anno prossimo Renzi ha già dato disposizioni ai vertici del partito: generiche per il momento, ma in largo anticipo rispetto ai tempi. «Strategia di comunicazione, cominciate a studiare», ha detto ai suoi. Insomma nulla dovrà essere lasciato al caso, il passaggio avrà un valore politico alto, ma sarà ancora più importante — a giudizio del premier — far 2 Giugno 2014 Matteo Renzi e Pietro Grasso alla parata per la Festa della Repubblica comprendere davvero agli italiani il merito delle riforme approvate. Un risultato che avrà anche proiezioni internazionali, oltre che di fiducia interna. Il superamento del bicameralismo perfetto sarà indubbiamente uno dei risultati cruciali di questo governo, se davvero verrà raggiunto non c’è dubbio che le modalità, oltre che il merito, diverranno parametro di giudizio internazionale, anche economico, sul nostro Paese.
Comunicazione e anche comitati sul territorio: il partito dovrà farsi trovare pronto, è stata la seconda indicazione del presidente del Consiglio. Se davvero la sua intenzione sarà di girare l’Italia le strutture del partito democratico dovranno assisterlo, coinvolgere il maggior numero di militanti, elettori ed italiani in generale, su un argomento che sino ad un certo punto si presta a diventare di pubblico interesse.
Di sicuro da questo momento in poi, per raggiungere l’obiettivo, e per riuscire a svolgere il referendum nell’autunno del prossimo anno, Renzi non dovrà sbagliare nulla: votazione delle modifiche in Senato entro il 15 ottobre, poi altre tre letture senza più una sola modifica. Una sola virgola in meno, o in più, farebbe slittare ulteriormente la data di approvazione finale della riforma, cosa che scombinerebbe i piani del presidente del Consiglio.
Che invece scalpita: «Per il 15 ottobre questa riforma dovrà essere votata e rimandata alla Camera per la quarta lettura. Poi ce n’è una quinta e una sesta e un referendum, alla faccia di quelli che ci dicono autoritari», ha chiosato due sera fa, al termine della direzione del Pd.