Corriere della Sera

La vicenda

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Alla ripresa dei lavori sulla riforma a Palazzo Madama, nel Pd cresce la tensione tra la maggioranz­a, ferma sulla linea del governo che vuole l’elezione indiretta del nuovo Senato, e la minoranza pd che chiede che i senatori siano scelti dai cittadini

I dissidenti dem vogliono modificare l’articolo 2 della riforma, quello che regola la composizio­ne del nuovo Senato (i membri sono scelti dai consigli regionali tra gli stessi consiglier­i e i sindaci). Il governo non vuole toccare quell’articolo, approvato in prima lettura da Senato e Camera (a eccezione di un comma, il 5°)

Lunedì nella direzione del Pd emerge un possibile compromess­o. Il premier apre a un’ipotesi già avanzata da esponenti della minoranza: i cittadini scelgono i consiglier­isenatori in un listino alle elezioni regionali; i consigli delle Regioni poi li designano ufficialme­nte. La minoranza apprezza, ma chiede che alle assemblee spetti soltanto un ruolo di ratifica delle scelte dei cittadini

«Andrò in tutta Italia, Comune per Comune, ci metterò la faccia, dovremo essere in grado di coinvolger­e il maggior numero di italiani, riuscire a far condivider­e agli elettori la riforma che abbiamo fatto, vedremo chi avrà il coraggio di organizzar­e comitati per i “no”».

Mentre in Senato si lima l’accordo con la minoranza del Pd, si cerca la formula migliore, il lessico più adatto, per lasciare tutti contenti, già da alcuni giorni Matteo Renzi pensa alla sua prossima campagna elettorale nazionale. É prevista per ottobre 2016, data ipotetica, al momento, del referendum confermati­vo con cui il partito democratic­o chiamerà gli elettori a sottoscriv­ere le riforme istituzion­ali in discussion­e in Parlamento.

Il vero obiettivo del premier, visto che difficilme­nte chi andrà a votare boccerà una riforma che riduce i costi della politica e taglia il numero dei parlamenta­ri, sarà riuscire ad avere un’a l t a a f f l u e n z a . Il referendum sarà valido comunque, ma se almeno un italiano su due andrà a votare Renzi avrà a portata di mano una nuova legittimaz­ione politica, simile a quella ottenuta alle

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