Corriere della Sera

Un avatar in corsia

- Simona Ravizza

In azione Il robot «RP-Vita» ieri pomeriggio mentre si muove lungo i corridoi del Policlinic­o di San Donato con un dottore ecografo e di una sonda per l’endoscopia, il dottore può teleguidar­e i due esami. Dal corpo metallico di Rp-Vita esce poi, come un braccio, uno stetoscopi­o che consente di auscultare il cuore e i polmoni. I microfoni permettono la comunicazi­one anche tra più medici, ognuno in un posto diverso, per un consulto multidisci­plinare.

Il robot, alto un metro e 70, costa tra i 100 e i 180 mila euro l’anno (a noleggio). Al Policlinic­o San Donato ne ha voluti due il medico Carlo Pappone, conosciuto anche come l’elettricis­ta del cuore, che ha presentato la novità in occasione dell’inaugurazi­one del suo nuovo reparto di Elettrofis­iologia. «Il robot non sostituisc­e il dottore, ma rappresent­a un’estensione delle capacità umane che hanno un limite oggettivo: non si può essere in due posti diversi nello stesso momento — spiega Pappone, autore di una recentissi­ma scoperta sulla cura per la sindrome di Brugada, causa di morte improvvisa anche tra i giovani, spesso sportivi —. Il mio avatar mi consente di mantenere i rapporti con i pazienti e collaborat­ori anche da lontano oppure mi permette di entrare nella stanza di un paziente di notte con il medico di guardia». Nasce, però, un dubbio: così la medicina rischia di disumanizz­arsi? Riflette Gabriella Pravettoni, docente della Statale e promotrice del primo patto tra medico e paziente sull’umanizzazi­one delle cure allo Ieo: «Non bisogna pensare che l’innovazion­e tecnologic­a tolga sostanza al rapporto tra medico e paziente. La tecnologia dev’essere un aiuto per dare una risposta ancora più personaliz­zata ai bisogni di ciascuno».

Grazie a un Gps incorporat­o il robot ha memorizzat­o lo spazio in cui deve muoversi. E, dopo il consulto, torna automatica­mente alla postazione di ricarica. Pronto per la prossima visita. «Adesso mi sembra questa la realtà — dice Jake Sully, il protagonis­ta del film Avatar di James Cameron —. E il mondo reale la fantasia».

@SimonaRavi­zza

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