PIETRE MILIARI
LA SALUTE DEL MARMO ITALIANO CRESCE L’EXPORT IN CENTO PAESI E COME IL VINO, UN BOLLINO DOC
L’appuntamento Giunto alla cinquantesima edizione, il Marmomacc che si apre a Verona il 30 settembre certifica il momento positivo di una produzione che punta su lavorazioni sofisticate grazie anche all’uso di alta tecnologia
La Metro di Doha in Qatar, il nuovo aeroporto di Pechino ed Expo 2020 a Dubai. Sono tre luoghi del mondo dove, nei prossimi anni, potremmo ammirare sofisticate decorazioni e pregiati intarsi in marmo bianco italiano doc.
Così come il vino, ora anche le nostre preziose rocce calcaree avranno un bollino doc. «L’Italian sounding è una pratica sempre più diffusa tra i produttori di marmo stranieri — racconta Flavio Marabelli, presidente onorario di Confindustria Marmomacchine —. Per questo, alcuni distretti estrattivi hanno deciso di affrontare i mercati esteri certificando la provenienza di graniti e pietre preziose, promuovendo anche la qualità delle nostre cave lapidee». Il marmo italiano, da oggi anche con tanto di marchio d’eccellenza, torna a conquistare il mondo e a crescere sui mercati internazionali.
A guidare la ripresa delle esportazioni, nei primi sei mesi del 2015, è un balzo in avanti del 5,8% nelle vendite all’estero di prodotti lavorati e grezzi, rispetto allo stesso periodo del 2014, per un interscambio che ha raggiunto i 972 milioni di euro. In positivo, rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno, anche l’export di macchine e attrezzature per la lavorazione, che registra invece un aumento del 28%.
I dati incoraggianti di Confindustria Marmomacchine verranno illustrati durante Marmomacc, la più importante manifestazione internazionale dedicata a marmi, graniti, tecnologie e design, che quest’anno festeggia i 50 anni a Veronafiere, dal 30 settembre al 3 ottobre. «Nel 2014, la produzione di marmo è stata di quasi 4 miliardi di euro, con un valore dell’esportazione che raggiunge quasi i 3 miliardi — prosegue Marabelli —. Il dato interessante è però il saldo commerciale per un settore che, pur essendo di nicchia, sfiora ormai i 2,5 miliardi di euro. Sono numeri importanti rispetto ad altri comparti, che dimostrano quanto tutto quello che produciamo lo esportiamo a fronte di una piccola quota di import». Il 70% dei nostri travertini e graniti piacciono in oltre 100 Paesi del mondo, per questo a livello mondiale rivestiamo ormai un ruolo determinante. Le previsioni di fine anno? «Moderatamente positive — aggiunge il presidente — tendenzialmente pensiamo di chiudere il 2015 con un +5% per quanto riguarda le lastre di marmo ed un +15% se consideportante riamo esclusivamente strumenti e tecnologie». Quest’anno il Salone di Verona sarà ancor più internazionale per via del Piano di promozione straordinaria del Made in Italy del ministero dello Sviluppo Economico, che ha investito 2 milioni di euro, con Ice ora Ita (Italian trade agency) e Confindustria Marmomacchine. Il mercato di riferimento più im-- rimane quello degli Stati Uniti, che segna un +30% nell’export di materiali lavorati e semilavorati e un +82% in quello di macchine e attrezzature per la lavorazione delle pietre ornamentali. Seguito da Germania e Svizzera.
«L’America apprezza molto il nostro marmo, che utilizza nell’arredo urbano, ed accoglie per lo più macchinari da laboratorio » , spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. Se la tecnologia italiana è così richiesta all’estero lo si deve alla propensione dei nostri macchinari ad adattarsi e intervenire su forme e ornamenti. La pietra naturale bianca, fino a poco tempo fa non era modellabile. Oggi gli «scalpelli digitali» soddisfano le più disparate esigenze del design, con lavorazioni talmente sottili che sembrano trame di tessuto.
Tante le iniziative e le sperimentazioni litiche in programma in fiera. Si va da «The Italian Stone Theatre», un padiglione per celebrare l’eccellenza assoluta dell’industria italiana del marmo, fino a spazi per l’incoming, con oltre 200 architetti e buyer. Ampio spazio verrà dedicato all’aggiornamento professionale con corsi e convegni sul restauro dell’architettura e dei manufatti in pietra. Dopo la manifestazione e fino a fine 2015 continueranno, invece, le lezioni tematiche sulle tecnologie di lavorazione e sarà organizza to un workshop sul recupero delle cave. «La nostra Stone Academy rilascerà, inoltre, attestati che in America sono equiparati a veri e propri credits, mentre, per la prima volta, il Marmomacc sbarcherà in Iran, nella seconda città del Paese, ad Isfahan», conclude Mantovani.