Presidente e c.t. chiarirsi o dirsi addio
Archiviato l’Europeo, alcune verità azzurre sottocanestro. Non si può essere soddisfatti, addirittura festeggiare un 6° posto agli Europei. Una pretesa irragionevole quella del c.t. Simone Pianigiani, una recita da grande attore quella del presidente federale Gianni Petrucci (i due nella foto) che non riesce più a prendere sonno da quando l’Italia del basket ha dovuto inchinarsi alla felicissima Lituania. Sul palco davanti al pubblico sostiene una parte, dentro di sé è ferito, arrabbiato, deluso: voleva di più, almeno una medaglia. La pensa come Danilo Gallinari, un grande campione, dentro e fuori dal parquet, per esempio quando con simpatica rabbia sbotta: «Basta, mi sono rotto le palle di perdere. Passano gli anni e non si vince nulla». Senza alcuna polemica, parole che arrivano dal cuore, il più forte giocatore italiano ha ragione, con questa Nazionale si poteva e doveva vincere, almeno entrare tra le prime 4. Ben guidata, felicemente allenata da Pianigiani, ottimo tecnico, se ne convinca il presidente Petrucci, il primo a non credere nel c.t. Perché questa è un’altra verità, che tutti sanno: i due non si prendono, non c’è feeling, diffidano l’uno dell’altro (eventuali smentite non sarebbero prese in considerazione...). E così non si può andare avanti. Nemmeno in forza di un contratto. Se non si trova una pace costruttiva in famiglia, spesso lesionata da litigi, discussioni, atteggiamenti sbagliati (di Pianigiani che ha avuto tutto) in questi mesi di convivenza pre Europei, meglio per il basket italiano, per questo benedetto preolimpico che chissà se ci porterà a Rio, trovare una soluzione, un’altra guida tecnica. Che è nei sacrosanti diritti di un presidente federale. Il c.t. si convinca che è un errore clamoroso esaltare le rivali e sminuire la propria squadra. Lo ha fatto troppo spesso, alla vigilia per mettere le mani avanti e in sede di commento finale per esaltare un 6° posto che richiederebbero altre riflessioni, magari proprio su se stessi. Con una analisi profonda, e magari con un sorriso, che non guasta mai, con pensieri e giudizi positivi su una Nazionale che avrebbe meritato ben di più. Via lo spumante e acqua fresca sorgiva per rigenerarsi.