Corriere della Sera

Lo chic dei pantaloni da trekking La nuova eleganza sportiva

La «rivoluzion­e» di Bottega Veneta. Cavalli, meno glam e più quotidiano

- Paola Pollo

È una rivoluzion­e estetica. Qualcosa che ha a che fare con il bisogno di aria, spazi aperti, luce. Meno costrizion­i e più spensierat­ezza. Sembrerebb­e il tramonto di una certa eleganza (il tailleur preciso, il tubino perfetto) e l’alba di un nuovo vestire più vicino alle emozioni. Che siano una escursione in montagna o un giro in barca a vela. Non è forse il sogno di tanti vivere outdoor? E se di questo è più che convinto anche uno come Tomas Maier, allora è vera rivoluzion­e. Lo stilista di Bottega Veneta si libera di certi principi paludati e sfila una collezione dedicata a tutto quello di cui sopra lasciando meraviglia­ti tutti. Perché il passaggio a un’eleganza sportiva, più rilassata, meno perfetta, vissuta e libera avviene secondo le regole della materia e dell’artigianat­o e di quella cultura di cui lo stilista vive: dagli abiti da sera in tessuti tecnici (esclusivi) «saldati» come mute, ai pantaloni che ricordano quelli da trekking, alle bluse sostenute da cime, alle sensuali imbracatur­e sulle schiene, ai sandali da escursione, alle borse con inserti di corda. Colori terreni e veri. Un bellissimo lavoro.

A qualcuno ci vorrà forse un po’ di tempo per capire la svolta di Peter Dundas nella nuova avdi ventura da Cavalli. Ma non è una rivoluzion­e tanto diversa da quella in atto ovunque: «Meno glam e più quotidiano», racconta poco prima dello show lo stilista che parla anche di «ridefinizi­one della donna Cavalli: non modaiola, vicina alla natura, sensuale e non sexy » . Così quando escono in passerelle queste modelle un po’ Anni 80, quasi già vissute, con i jeans a vita alta e decolorati abiti di taffetà tie&die, le canotte corte di maglia jacquard tigre o i tubini tutti un ricamo di catene e paillettes, qualcuno resta un po’ stranito. Ma non è forse così che si vestono le ragazze? Liberament­e e con personalit­à.

È una donna del giorno persino quella che ispira Ermanno Scervino. Più first lady che universita­ria e non sarà un caso se in prima fila c’è Agnese Renzi, tutta in pizzo, perfetta anche lei per la passerella. Spolverini di organza color militare o di pashmina doppiata macramè; abiti «mille foglie» di pizzo saldato che è un nuovo tessuto in esclusiva; tute di raso; blouson di canvas; trench di raffia; chemisier ricamati e impalpabil­i.

Antonio Marras racconta un’altra bella storia, quella di un regista-artista-musicista di origine armena, Sergej Paradzanov, che amava colleziona­re, stratifica­re, sovrapporr­e, scomporre e riassembla­re. Ma lo stilista sardo avrebbe potuto anche parlare di sé e basta, perché la sua moda è così. Nel caso aggiornata alla magia della vita oggi: più sottrazion­i che addizioni. Ecco il nuovo tailleur: bermuda, blazer-gilet aperto dietro o gli abiti patchwork di sete lunghi a balze, medie a ruota, corti a sottoveste. Colori meraviglio­si: bronzo, pietra, salvia.

Non che il pop sia mai stato la loro storia però Aquilano (Tommaso) e Rimondi (Roberto) dicono che in un momento come questo hanno sentito il bisogno di una certa purezza minimale. Così via ricami e decori e barocchi vari ed ecco una collezione fra le più belle, in bianco puro e qualche intervento di nero e blu. E tutto un lavoro intorno alla camicia maschile: che è abito, spolverino, blusa. I piccoli blazer, le gonne corte. Forme e colori non distraggon­o dai materiali, ricercatis­simi: organze tra- slucide, croquet di pietre, stampe floreali pixellate, popeline di cotone. Non lesina certo in lavorazion­i nepure Gabriele Colangelo, anche lui verso una donna più reale, a modo suo: abiti doppiati di organza o di velluto laserato, bluse tagliate e profilate di kidassia, completipl­issettati di georgette.

Cerca di commettere qualche errore, nel rispetto del filone della moda «sbagliata», RodolfoPag­lialunga per Jil Sander ma se c’è non si vede. Perché alla fine tutti quei tagli bislacchi e quelle sovrapposi­zioni sbagliate sono troppo perfette. La collezione è però un po’ più languida e romantica di quando c’era Jil vuoi per le citazioni lingerie, per i cappelli da spaventapa­sseri, per gli abiti grembiali. Cividini, infine, fra geometrie e disordine per piccoli pezzi da sovrapporr­e senza regole.

L’aria è cambiata Gli abiti da giorno vincono sulla sera È il tramonto della moda «perfetta»

 ??  ?? Cividini Sovrapposi­zione di maglia Bottega Veneta Trekking chic
Cividini Sovrapposi­zione di maglia Bottega Veneta Trekking chic
 ??  ?? Ermanno Scervino Lo jacquard che è un ricamo
Ermanno Scervino Lo jacquard che è un ricamo
 ??  ?? Roberto Cavalli La svolta più giorno di Peter Dundas
Roberto Cavalli La svolta più giorno di Peter Dundas
 ??  ?? Aquilano Rimondi La camicia protagonis­ta assoluta
Aquilano Rimondi La camicia protagonis­ta assoluta
 ??  ?? Antonio Marras I colori ossidati
Antonio Marras I colori ossidati
 ??  ?? Colangelo Fenditure e kidassia
Colangelo Fenditure e kidassia
 ??  ?? Jil Sander Cappelli e tagli languidi
Jil Sander Cappelli e tagli languidi

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