Carboni: un album sulla battaglia epica fra odio e amore
Il cantautore pubblica oggi il nuovo disco «Pop-Up». Brani dedicati a Milano e alla sua Bologna
Come sempre c’è Bologna. Non solo nella sua «zeta» inconfondibilmente emiliana. Nel nuovo album di Luca Carboni — «Pop-Up» è l’undicesimo in carriera ed esce oggi —, una delle canzoni si chiama «Bologna è una regola». «La mia città, come tante altre nel mondo, è peggiorata. Se mi immagino un ragazzo che cerca incontri e stimoli, però, è ancora il posto giusto. Curioso che l’abbia scritta con Alessandro Raina, dopo un disco di duetti vocali ho cercato solo collaborazioni nella scrittura, che non è di lì». Album geografico. C’è anche «Milano». «Negli anni 80 da provinciali la guardavamo come se fosse New York, il posto dove succedevano le cose. È un brano sull’andare a fondo delle cose».
«Pop-Up» è un disco ispirato, più accessibile degli ultimi lavori pubblicati dal cantautore. Non a caso c’è la parola «pop» nel titolo. «È stata una mia scelta quella di fare dischi meno diretti negli ultimi dieci anni», racconta.
Nei testi, all’amore si contrappone l’odio, sentimento che compare più volte. «Vent’anni fa mi vantavo di aver raggiunto il successo con brani che non parlavano d’amore, mentre oggi penso che la forza stia nel trattare il tema. È un disco sulla battaglia epica tra l’odio e l’amore, dove il secondo vince». Cantautore dei sentimenti, ma con un occhio (vedi «Mi ami davvero», «Inno nazionale»...) a quello che accade attorno. «Luca lo stesso», una delle più trasmesse dalle radio
Collaborazioni Non ci sono duetti vocali Questa volta ho preferito fare collaborazioni solo nella scrittura
in queste settimane, racconta di persone così patriottiche da sognare «una patria senza vicini» e amanti della natura e degli animali che vorrebbero «un mondo senza umani». «Anche queste in fondo sono considerazioni sull’amore. Quello dei razzisti per la patria ad esempio... Avevo una lunga lista di esempi.... ma alla fine anche in quel testo escono ancora ”I ragazzi che si amano” di Prévert che mi ispirarono in “Persone silenziose”. La poesia è una mia passione e “Chiedo scusa” è ispirata al premio Nobel Wislawa Szymborska».