Verdini ai suoi: ora basta esporre il fianco
La richiesta di non rispondere alle «provocazioni, se no passiamo da delinquenti» Abrignani: si scatenano perché ci vedono come un pericolo, ma contano le parole di Renzi
che ci sarà da remare, non crediate che sia una passeggiata quello che stiamo facendo, se non siete pronti a subire attacchi è inutile che stiate qui». Ma assieme cerca di tenere a bada gli assalti: «Ma insomma, che modo è, ma che attacchi sono i tuoi?» ha rimproverato Maurizio Gasparri due giorni fa in un corridoio del Senato, e l’altro, secco: «Io posso rispettare quelli che stimo, anche fra i tuoi, ma quelli che non valgono niente non li perdono».
Schermaglie e liti tra colle- ghi e amici che hanno diviso tutto per anni ma che oggi sono divisi da muri altissimi. Che, per Verdini, magari prima o poi crolleranno perché «si accorgeranno in Forza talia — ripete a chi gli parla — che abbiamo ragione noi: votiamo riforme che abbiamo condiviso, siamo essenziali per Renzi per gestire anche la sua minoranza e vedrete che lo saremo sempre più». Perché la sua convinzione, raccontano, è che il Partito della Nazione sia uno sbocco inevitabile. Forza Italia al 9%, sono i conti che fa con chi fra gli azzurri angosciati e delusi gli va a parlare, «porta a casa una manciata di parlamentari, non c’è futuro di là oggi», mentre di qua la grande trasformazione del Pd in partito di centro potrebbe essere imminente.
«Noi — dicono in coro i suoi — siamo prontissimi a votare per l’abolizione dell’Imu e il taglio delle tasse che Renzi promette, la sinistra pd che farà?». Se ci fosse una rottura, è la speranza, il Partito della Nazione sarebbe già di fatto nato, e a egemonizzarne l’ala destra sarebbe proprio lui, Verdini, che pericolosamente allarga la sua ombra su Ncd e gli altri centristi. Un fenomeno «inevitabile», sono convinti nella sua truppa, che però Verdini vuole gestire con accortezza. Un passo per volta, ma senza fermarsi. Mai.
Il ruolo
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