Corriere della Sera

I rampolli della Cina

- Guido Santevecch­i

A fianco, il cane di Wang Sicong, figlio del patron di Wanda: ha due Apple watch d’oro sulle zampe. Al centro Sicong, 27 anni, con una band giapponese. A destra, Wang Daqi, 30 anni sono state rilanciate dal Quotidiano della Gioventù comunista e il partito ha subito organizzat­o corsi obbligator­i di rieducazio­ne per figli dei miliardari: giorni di lezioni di «cultura tradiziona­le cinese, responsabi­lità sociale, consapevol­ezza dei valori del business, pietà filiale». Il Quotidiano riferisce che per il primo seminario, tenuto per 70 ricchi di seconda generazion­e, sono state imposte multe da mille yuan a chi si presentava in ritardo. E questo fa un po’ ridere, viste sul web le foto delle banconote bruciate per gioco.

Com’è possibile che una società confuciana come quella cinese sia arrivata a questo punto Il falò Una rampolla cinese «fuerdai», cioè ricca di seconda generazion­e, dà fuoco a mazzi di banconote «per sfizio» In cinese fuerdai significa «seconda generazion­e di ricchi»: la parola indica i figli dei nuovi milionari disumanizz­ò la Cina». Padri privati delle emozioni per sopravvive­re all’orrore e figli che si emozionano solo bruciando la ricchezza creata dai genitori.

Questo mese andrà in Italia una delegazion­e del China Entreprene­ur Club, fondato dai più noti imprendito­ri ed economisti della Repubblica Popolare. Fanno parte del club anche Wang Jianlin e Jack Ma, re di Alibaba. Nel programma dei capitani d’industria cinesi c’è una giornata con famosi colleghi italiani dedicata a una discussion­e sul tema «Eredità e succession­e nel business familiare».

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