Corriere della Sera

«Da noi sostegni economici ai genitori e un terzo dei papà prende il congedo»

- M.S.S.

«Peril nostro gruppo il tempo delle donne è una questione di fondamenta­le importanza», dice Luisa Todini, presidente di Poste Italiane. Il perché sta nei numeri: dei 142mila dipendenti, il 53% sono donne. «E il 47% di loro ha funzioni di quadro e tra i direttori di ufficio postale rappresent­ano il 58%», spiega.

Da tempo Poste ha attivato piani a sostegno della maternità. In primo luogo economici, come la scelta di integrare al 100% la retribuzio­ne nei cinque mesi di astensione obbligator­ia (per legge è l’80%), ma soprattutt­o di portare all’80% lo stipendio dei primi due mesi del congedo parentale di madri e padri (per legge è il 30%) che scelgono di utilizzarl­o nei primi tre anni di vita del bimbo. Poi ci sono i programmi tesi a mantenere un legame tra donne e mondo del lavoro (il progetto sperimenta­lmente di formazione, nato online, al quale hanno aderito 500 neomamme) a diffondere la cultura della genitorial­ità (in occasione di nuove normative vengono organizzat­e campagne informativ­e tra i dipendenti).

Nell’universo delle Poste i padri fanno la loro parte, visto che dei 3.500 dipendenti che nel 2014 hanno preso un congedo parentale, un terzo erano uomini.

In termini economici, nel 2014 maternità e paternità hanno avuto un costo totale di 3 milioni. Ora che Poste si quota in Borsa potrà allentarsi l’attenzione a queste tematiche? «Al contrario, la quotazione ci porterà a essere un attore ancora più sociale. Con 33 milioni di clienti la Corporate Social Responsibi­lity è essenziale. E ci sono molti studi che ci dicono che il Prodotto interno lordo creato dalle donne è un Pil di eccellenza. Abbiamo, inoltre, la fortuna di avere un presidente della Repubblica e un presidente del Consiglio particolar­mente sensibili a queste tematiche, oltre a un governo che, anche per la giovane età, continuare ad avere bambini diventando un buon modello».

Poste Italiane è disponibil­e a introdurre anche i 15 giorni di congedo di paternità obbligator­io? «A livello personale, come Luisa Todini, non posso che essere d’accordo e Poste si impegnerà perché questo possa essere. Poi bisogna ragionare su come gestire l’aspetto economico. Ma sul principio sono d’accordo».

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