«Lo scandalo mina il futuro Volkswagen»
Il presidente Pötsch: al via il taglio dei costi del gruppo ma non cederemo nessun marchio Sotto revisione il piano di investimenti da 100 miliardi previsto fino al 2018. Il nodo class action
Il 2014 è stato un anno estremamente positivo per il settore farmaceutico in Italia (174 stabilimenti e 63.000 addetti). La produzione è aumentata del 4,5% raggiungendo 28,7 miliardi di euro e l’export ha toccato il massimo storico, con 21 miliardi di euro(72% della produzione) . Risultati che completano un percorso, dal 2010 al 2014, che ha visto l’Italia prima al mondo per crescita in valore dell’export di farmaci e vaccini. Il quadro è stato tracciato nel corso del roadshow
Lo scandalo delle emissioni truccate di Volkswagen è «una minaccia» per il futuro della casa automobilistica tedesca. Così parla il presidente designato del consiglio di sorveglianza Hans Dieter Pötsch, in un’intervista al quotidiano Welt am Sonntag, aggiungendo però di essere convinto che «la crisi potrà essere superata» se ciascuno farà la sua parte.
Secondo il quotidiano tedesco Volkswagen intende mettere in atto un piano di riduzione dei costi, che esclude però la cessione di marchi e attività. La maggior parte delle auto incriminate, inoltre, necessiterebbe di un semplice aggiornamento del software della centralina, mentre «molte richiederanno un intervento meccanico», anche se il portavoce di Volkswagen non ha voluto commentare le indiscrezioni.
Il primo produttore automobilistico europeo ha ammesso di aver truccato i test sulle emissioni dei motori diesel negli Stati Uniti, dopo la denuncia dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente (Epa). Ma poi il ministro dei Trasporti tedesco ha reso noto che il gruppo di Wolfsburg ha manipolato i test anche in Europa, dove Vw vende il 40% dei suoi veicoli.
Il gruppo tedesco ha accantonato 6,5 miliardi di euro per coprire i costi dello scandalo, ma il conto finale potrebbe essere molto più alto, visto che Vw rischia fino a 18 miliardi di dollari negli Stati Uniti, senza contare i itinerante di Farmindustria «Innovazione e Produzione di Valore». L’ Italia del farmaco - rileva l’associazione delle imprese guidata dal presidente Massimo Scaccabarozzi (foto) - ha potuto consolidare in Europa la seconda posizione dopo la Germania tra le nazioni produttrici di medicinali. E dopo anni di calo, l’occupazione, anche grazie anche al Jobs Act, è tornata a salire: 5.000 nuove assunzioni, la metà under 30. «Un trend in aumento - continua Farmindustria - che si conferma nel 2015, con l’occupazione nelle grandi imprese che a giugno è stata superiore dell’ 1% rispetto a dicembre, soprattutto per gli addetti alla produzione (+8%). Crescita dovuta all’ incremento degli investimenti in ricerca (di circa il 10% nel 2015 secondo le prime stime) e della produzione (+6% rispetto a +1% del totale industria), ancora una volta trainata dall’ export (+8%)».
Le vendite in Europa sono pari al 40% del totale della produzione di Wolfsburg
Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, hanno cambiato da stabile a negativo l’outlook sul credito del gruppo, che perciò corre il rischio di un eventuale downgrade. Una mossa che renderebbe più costoso per i gruppo finanziarsi. E proprio per questo il board starebbe esplorando diverse vie per ottenere risparmi ed evitare un declassamento.
Secondo il giornale tedesco, che cita una fonte interna al gruppo, Vw avrebbe messo sotto revisione, in vista di possibili tagli, il piano già approvato per investire 100 miliardi fino al 2018. Il gruppo non ha commentato l’indiscrezione. Sarebbe inoltre esclusa, secondo fonti interne, la cessione di marchi, come Bugatti, Lamborghini e Ducati ipotizzata da alcuni analisti. Ma il terremoto che ha travolto Vw potrebbe allargarsi anche ad altri costruttori, dopo che l’Epa controllerà le emissioni di altre 5 case automobilistiche: Bmw, Chrysler, General Motors, Land Rover e Mercedes Benz.
@16febbraio