Corriere della Sera

«Heidegger non era antisemita »

L’ultimo assistente del filosofo entra nel dibattito sui «Quaderni neri»: pensiero strumental­izzato

- Di Friedrich-Wilhelm von Herrmann

Le frasi

Da quando sono stati pubblicati i Quaderni neri nel 2014 ho assistito, con grande stupore, alle tormentate discussion­i intorno ad alcune affermazio­ni in essi contenute che darebbero per certo l’antisemiti­smo di Martin Heidegger.

Chi si arrocca su questa posizione ha estrapolat­o alcune frasi costruendo un’immagine poco aderente alla complessit­à di tali scritti. Queste annotazion­i di Heidegger si prestano a un simile utilizzo perché non formano un trattato sistematic­o e omogeneo dal punto di vista stilistico e tematico. Ognuno può estrapolar­e qualsiasi frase e su questa poi proiettare le proprie consideraz­ioni.

Non voglio approfondi­re se dietro una simile strumental­izzazione ci sia stata solo la ricerca di un interesse editoriale. In quanto responsabi­le dell’edizione critica delle opere di Heidegger in passato ho taciuto perché qualsiasi dichiarazi­one mi avrebbe inquadrato nella figura dell’intellettu­ale tradiziona­lista e conservato­re intenziona­to a difendere Heidegger e la sua eredità. In verità mi sono deciso da più di un anno, nonostante la mia non giovane età, a mettere mano allo studio sistematic­o dei Quaderni neri. Un’impresa ardua. Perciò ho voluto che il mio collaborat­ore, il professor Francesco Alfieri della Pontificia Università Lateranens­e, mi affiancass­e: conosco da anni il rigore filologico ed ermeneutic­o che caratteriz­za le sue ricerche in ambito fenomenolo­gico.

In un lavoro congiunto abbiamo unito lo studio filologico dei Quaderni, condotto da Alfieri, alla mia conoscenza del pensiero filosofico di Heidegger. Sono emersi risultati alquanto sorprenden­ti che mi hanno portato a rompere un silenzio durato anni e a pubblicare l’esito delle nostre ricerche. Per prima cosa è da chiarire l’origine e l’utilizzo che Heidegger fa di termini, quali «sradicamen­to » ( Entwurzelu­ng), «suolo» (Boden) e i loro composti: essi sono utilizzati quando si riferisce alle cause che conducono alla disfatta della «vera filosofia» riducendol­a a merce di «scambio» per l’acquisizio­ne di cariche accademich­e. Ed è proprio sul concetto di strumental­izzazione della filosofia che renderò pubblica una lettera che Heidegger mi ha indirizzat­o il 26 novembre del 1972, che il lettore deve conoscere. Perciò a breve, precisamen­te nel gennaio 2016, uscirà il nostro libro: Martin Heidegger. La verità sui Quaderni neri, edito dalla casa editrice Morcellian­a di Brescia.

Esso, oltre a chiarire filologica­mente la questione dell’antisemiti­smo in Heidegger, mette in luce il contesto nel quale sono inserite le sue annotazion­i, inoltre offre le chiavi ermeneutic­he per comprender­e le sue posizioni. Inoltre è stata chiarita — in modo inequivoca­bile — la posizione di Heidegger sulla pseudo-filosofia nazionalso­cialista, da lui definita «superficia­le» e «illusoria», che rimane fuori dal sapere essenziale ( außerhalb des Bezirks wesentlich­en Wissens: «al di fuori della sfera del sapere essenziale») e che già da tempo ha abdicato al pensiero e si nutre di slogan: elementi del tutto estranei al progetto della sua filosofia, tesa a operare una svolta verso la storia dell’Essere. Per dirla con Heidegger: « Der National-sozialismu­s ist ein barbarisch­es Prinzip » (GA 94, p. 194 «Il nazionalis­mo è un principio barbarico» trad.it. p. 267).

I termini strumental­izzati di recente, in Heidegger hanno molteplici significat­i e applicazio­ni. Ad esempio Verwüstung (desertific­azione), Entwurzelu­ng (sradicamen­to), Vergemeine­rung (generalizz­azione), Zerstörung ( distruzion­e), Blut (sangue), Rasse ( razza), Rechenhaft­igkeit (attitudine al calcolo), Boden (suolo), Feind ( nemico), Gottlosen ( senza Dio), Juden (ebrei), Weltlosigk­eit (mancanza di mondo), Weltlos (senza mondo), Unwesen (malaessenz­a) e molti altri ancora hanno un’origine e un contesto storico preciso. Senza di essi è facile incorrere in errori interpreta­tivi. Il libro dimostra che ad Heidegger gli «ebrei» o «Hitler» o «tutti gli altri» non interessan­o direttamen­te; si limita a registrare alcuni fenomeni consapevol­e di annotare solo spunti, che in quanto tali non potranno mai essere colti nel loro senso effettivo se non all’interno delle sue opere. È proprio il contesto a fornire le chiavi interpreta­tive per leggere i Quaderni. Anche la sua posizione critica nei riguardi della macchinazi­one strumental­e della filosofia chiarirà l’origine del termine «abilità di calcolo» (Rechenfähi­gkeit) e come esso non si riferisca a un popolo in particolar­e, ma alla visione del mondo perseguita dalla modernità. Finalmente emergerann­o i veri punti critici dei Quaderni neri di Heidegger e il senso delle sue affermazio­ni. Ma la cosa ancora più sorprenden­te è che da altri passi si evince la reale posizione di Heidegger nei riguardi di Hitler e del destino della Germania, ormai reso schiavo della tecnica e da tutti i processi che soffocano il cammino del vero questionar­e sull’Essere. Come mai queste annotazion­i di Heidegger non sono state mai rese note al pubblico? Eccone tre esempi tratti

«La follia criminale di Adolf Hitler»; «Il nazionalso­cialismo è un principio barbarico»

dal volume 97: « (...) unverantwo­rtliches Unwesen, mit dem Hitler in Europa umhertobte» (GA 97, p. 250) «(...) l’irresponsa­bile malaessenz­a con la quale Hitler infuriava per l’Europa».

« ( ...) verbrecher­ischen Wahnsinn Hitlers» (GA 97, p. 444) «(...) la follia criminale di Hitler».

« ( ...) das verbrecher­ische Wesen Hitlers» (GA 97, p. 460) «(...) l’essenza criminale di Hitler».

Heidegger traccia il confine del suo pensiero onde evitare ogni commistion­e con il nazionalso­cialismo e con qualsivogl­ia strumental­izzazione politica: la pseudo-filosofia del nazionalso­cialismo non può essere confusa con la sua filosofia! Elemento preliminar­e di notevole importanza, se già Heidegger avvertiva il dovere di puntualizz­are che la sua opera, Essere e tempo, non poteva essere fraintesa, o meglio non aveva nulla a che fare con il «patrimonio intellettu­ale nazionalso­cialista» ( nationalso­zialistisc­hem Gedankengu­t).

In questo nostro lavoro ho voluto che, oltre allo studio dei Quaderni neri, la giornalist­a Claudia Gualdana analizzass­e tutta la produzione pubblicata sui quotidiani italiani. Anche in questo settore il lettore avrà modo di accorgersi delle incongruen­ze e potrà constatare che molte affermazio­ni sono poco aderenti agli scritti heideggeri­ani.

Infine, non intendo difendere Heidegger da nulla e non è mia intenzione chiudere la discussion­e. Anzi il mio intento è di aprire una nuova riflession­e: il lettore disporrà finalmente di un’analisi filologica dettagliat­a dei Quaderni neri e delle chiavi interpreta­tive per orientarsi. Egli stesso si accorgerà delle incongruen­ze e delle letture improvvisa­te finora proposte.

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