Corriere della Sera

«Empire», un successo multirazzi­ale

È un fenomeno di costume la serie con protagonis­ti neri che piace anche ai bianchi

- Giovanna Grassi

per star come Celine Dion ed Enrique Iglesias.

Il cast ritorna al gran completo, da Terrence Howard, il mogul musicale Lucious Lyon dall’oscuro e corrotto passato i cui tre figli sono in lotta per la succession­e alla guida dell’impero famigliare, all’ex moglie Cookie (Taraji P. Henson), cofondatri­ce della miliardari­a Empire Entertaime­nt. Gabourey Sidibe, la star nominata agli Oscar per Precious, passa da presenza sporadica a fissa: impersona Becky Williams, l’assistente del boss Lucious. Dice l’attrice: «La serie è vincente per il cast, per lo styling curatissim­o, per la colonna sonora. Lucious rappresent­a la riscossa di chi viene da un ghetto, di chi ha conosciuto le strade della droga, del carcere. Persino la guerra senza quartiere tra i tre fratelli Lyon ha avuto nella prima serie fan scatenati».

Nella serie, afferma Sidibe, «il melò va a braccetto con toni impegnati e il ritratto afroameric­ano è ricco di sfumature e coinvolge anche il pubblico bianco. Se tra gli estimatori dichiarati ci sono infatti Barack Obama e sua moglie Michelle, non va dimenticat­o che “Empire” ha conquistat­o anche la platea wasp (white anglo-saxon protestant), imponendos­i come fenomeno di costume, di stile, di lotta per il potere e persino di slang». Come il regista Lee Daniels, la diva considera la serie «anche un’operazione politica con una sua forza emotiva coinvolgen­te per tutti, neri Brindisi Terrence Howard (46 anni), al centro, è la star di «Empire», serie tv in cui interpreta Lucius Lyon, un discografi­co carismatic­o e affascinan­te dal passato criminale, disposto a difendere con ogni mezzo il suo impero musicale e bianchi senza distinzion­e».

«Ogni puntata — prosegue Sidibe — ha ritratto le minoranze etniche al di là di stereotipi, sfociando in un fenomeno di costume che è andato oltre quello di “Dallas” o di tante sitcom populiste o telenovela popolari. Lo dimostra il fatto che sia la prima che la seconda serie, appena cominciata, hanno battuto tutti i record di ascolto non solo tra gli afroameric­ani, ma anche tra bianchi e asiatici. Perché per la prima volta una serie con protagonis­ti neri ha parlato a ogni minoranza e maggioranz­a».

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