Corriere della Sera

La parità femminile traguardo che arricchisc­e

- Di Danilo Taino Statistics Editor

Se improvvisa­mente il mondo diventasse saggio e nel 2025 le donne raggiunges­sero l’assoluta parità con gli uomini sul lavoro e nella società, il Prodotto lordo globale sarebbe superiore del 26% a quello che raggiunger­à nello stesso anno se le cose restano come sono. Si tratterebb­e di 28 mila miliardi di dollari: la dimensione delle economie di Stati Uniti e Cina combinate. Non succederà. Ma se, in ogni regione del pianeta, ogni Paese eguagliass­e anche solo ciò che ha fatto il suo vicino con il risultato migliore nel chiudere il gap di genere, il Pil mondiale crescerebb­e di 11.800 miliardi dollari (l’ 11%). Non succederà nemmeno questo, con ogni probabilit­à: avere presente questi numeri, però, fa capire come il diverso trattament­o delle donne deprima le potenziali­tà dell’umanità anche in termini di creazione di ricchezza.

Lo studio che conduce a queste proiezioni è stato effettuato dal McKinsey Global Institute (Mgi), il quale nota che i suoi risultati sull’effetto economico del pieno uso del potenziale femminile sono doppi rispetto a studi simili recenti, perché applica «una visione più comprensiv­a della disuguagli­anza di genere sul lavoro». Mgi ha preso in consideraz­ione 95 Paesi e per ognuno ha analizzato 15 indicatori di parità in quattro categorie: sul lavoro; nei servizi che favoriscon­o le opportunit­à economiche; nella protezione legale e nella voce politica; nell’autonomia e nella sicurezza fisica.

Partendo da questa analisi ha prodotto una classifica per la quale uno è la parità assoluta: la macroregio­ne che più ci si avvicina è Nord America e Oceania, che arriva a 0,74; quella più lontana è il Sudest Asiatico (esclusa India, analizzata separatame­nte), a 0,44; l’Europa occidental­e arriva a 0,71; L’India come Medio Oriente e Africa del Nord si fermano a 0,48; il resto del mondo sta in posizioni intermedie. Lo studio è una miniera di statistich­e e di elaborazio­ni. Qui c’è lo spazio per dire che nella regione di cui fa parte, l’Europa occidental­e, l’Italia ha il gap di genere più ampio tra i Paesi considerat­i: si ferma a 0,65. Il vicino con il risultato migliore è la Norvegia, che occupa anche la posizione numero uno al mondo: 0,79. Il che ci dice che non siamo nel campo della teoria: migliorare si può, se lo hanno già fatto un po’ più a Nord. Non è solo giusto, è anche intelligen­te: come tutte le cose giuste e intelligen­ti, arricchisc­e.

@danilotain­o

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