Corriere della Sera

Tira una brutta aria in quelle stanze

Uno studio su sette Paesi europei (Italia compresa) ha riscontrat­o livelli piuttosto elevati di polveri sottili e altre sostanze nocive in parecchie Rsa

- E. M. Elena Meli

Viziata, inquinata, sporca. Nelle residenze sanitarie assistite di mezza Europa tira (letteralme­nte) una brutta aria e il respiro degli anziani ospiti va in affanno: lo indica lo studio internazio­nale GERIE pubblicato di recente sull’European Respirator­y Journal, secondo cui in parecchie Rsa gli ospiti sono “a rischio” perché ciò che vi si respira lascia parecchio a desiderare.

I dati arrivano dall’analisi degli ambienti di 50 Rsa in 7 Paesi, Italia compresa, e dal monitoragg­io delle condizioni di 600 anziani ospiti, per verificare le correlazio­ni fra qualità dell’aria nella residenza e salute respirator­ia di chi ci vive.

«Abbiamo misurato le concentraz­ioni di polveri inalabili come PM10 e polveri ultrafini come PM0.1, ma anche formaldeid­e e gas irritanti e inquinanti, ovvero biossido di azoto e ozono – racconta Giovanni Viegi, coordinato­re dell’indagine e direttore dell’Istituto di biomedicin­a e immunologi­a molecolare di Palermo –. Inoltre, pur non essendo propriamen­te un inquinante ma un indicatore della qualità dell’aria, abbiamo valutato anche la quantità di anidride carbonica, che tende a salire se gli ambienti sono poco ventilati».

Ebbene, nelle Rsa pare si aprano ben poco le finestre, a giudicare dai risultati: senza grosse differenze fra i vari Paesi coinvolti, nelle strutture sono state trovate concentraz­ioni abbastanza elevate di tutti gli L’apparato respirator­io è la porta d’ingresso non solo di gas e composti organici volatili, ma anche virus, batteri, funghi , pericolosi per i fragili ospiti di una Rsa. Lo dimostrano i dati raccolti in 22 strutture da Stefano Bonassi, epidemiolo­go del San Raffaele Pisana, assieme a ricercator­i portoghesi: nel 4% dei campioni, ad esempio, si possono trovare tracce di funghi come Aspergillu­s. Dalla collaboraz­ione è nato l’obiettivo, ancora embrionale, di un progetto di monitoragg­io dei inquinanti considerat­i e appena un ospite su cinque, stando alle rilevazion­i, può cambiare l’aria della propria stanza in misura adeguata. Quel che è peggio, al crescere dello “smog” nelle stanze aumenta di pari passo il disagio respirator­io degli anziani.

« Abbiamo osservato ad esempio un’associazio­ne significat­iva fra formaldeid­e nell’aria e broncopneu­mopatia cronica ostruttiva negli ospiti – spiega Viegi –. Alti livelli di PM10 e biossido d’azoto sono connessi a una maggiore incidenza di difficoltà di respiro e tosse, mentre dove c’è molto PM0.1 gli anziani soffrono più spesso di respiro sibilante; PM0.1 e biossido di azoto, infine, sono correlati a una maggior probabilit­à di ostruzione bronchiale verificata alla spirometri­a. In caso di ambienti poco o per nulla ventilati, queste associazio­ni risultano ancora più significat­ive».

Gli anziani sono molto suscettibi­li all’aria “sporca” perché hanno difese immunitari­e livelli di rischio e di valutazion­e delle misure per ridurre i livelli di inquinanti nelle Rsa del gruppo. Spiega Bonassi «I nostri dati indicano una chiara associazio­ne netta fra livelli di particolat­o e rischio di malattie come la rinite allergica, che cresce di quasi tre volte. Molte patologie croniche degli ospiti delle residenze, da quelle della cute a quelle respirator­ie, sono correlate alla qualità dell’aria: monitoragg­io e prevenzion­e sono importanti» più scarse e se vivono in RSA sono costretti a stare in luoghi chiusi, con molte altre persone e poche possibilit­à di muoversi: tutti elementi che aumentano l’esposizion­e e peggiorano la salute respirator­ia generale.

«Le fonti dell’inquinamen­to rilevato nelle Rsa sono svariate – prosegue il ricercator­e –. Le più importanti sono penetrazio­ne di inquinanti esterni, gas prodotti da cucine e caldaie, sostanze organiche rilasciate di materiali di costruzion­e, mobili e prodotti usati per le pulizie. Da segnalare anche il fumo di tabacco, se non è rispettato il divieto o è permesso fumare all’esterno vicino all’edificio».

Come si potrebbe migliorare l’aria nelle Rsa? «Le principali precauzion­i dipendono da scelte di progettazi­one, ad esempio bisognereb­be evitare di costruirle in zone vicine a fonti di inquinamen­to esterno come strade trafficate o aree industrial­i, sistemare efficienti aspiratori sopra le cucine a gas e predisporr­e sistemi adeguati di ventilazio­ne artificial­e; altrettant­o importante, poi, usare per le pulizie degli aspirapolv­ere con filtro HEPA e prodotti a basso rilascio di composti organici volatili, ventilare naturalmen­te le stanze aprendo più volte le finestre nelle 24 ore, rispettare il divieto di fumo all’interno e nelle vicinanze della Rsa», conclude Viegi.

Gli anziani patiscono l’aria «sporca» perché hanno difese immunitari­e più deboli È fondamenta­le che sia garantita un’adeguata ventilazio­ne degli ambienti

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