«Non devo scusarmi Quel gestaccio l’ha fatto la Lezzi e io l’ho mimato»
Vuole chiedere scusa, senatore Vincenzo D’Anna? «Non ho nulla di cui scusarmi, perché le geremiadi sessiste sono state inscenate da altri». Lei ha fatto un gestaccio in Aula e Barani si è esibito in un atto ancora più volgare. «Ho invitato Barani a scusarsi, perché il suo gesto è stato malamente interpretato. Ma è difficile chiedere scusa a chi usa parole da trivio». Allude ai cinquestelle? «Fanno una gazzarra indegna, ci danno dei poltronari e parassiti sociali. Il gestaccio lo
ha fatto la Lezzi a Barani e io l’ho mimato. Le cosiddette signore fanno ben peggio di noi e Grasso lo consente». Lei non rispetta neanche il presidente del Senato? «Se invece di fare il finto tonto ponesse dei limiti, non spunterebbero cartelli e non si griderebbero licenziose offese. Non padroneggia l’assemblea e la gente finisce per irritarsi». I senatori fanno gli ultrà e la colpa è dell’arbitro? «La bagarre nasce sempre con Grasso o Lanzillotta, mai con Gasparri o Calderoli. Su quello scranno serviva un politico, non un giudice antimafia». Voi verdiniani avete varcato il limite della decenza? «Siamo fatti di carne e ossa anche noi senatori. E poi ormai gli organi sessuali sono diventati interpunzioni nel linguaggio di tutti». Voi siete padri costituenti... «Certo! Anche quando la Taverna chiama prostituta la Boschi, o quando Castaldi mi dà del parassita sociale. Io dichiaro 750 mila euro, lui non arriva a 15 mila... I parassiti sono loro. Pupi nelle mani di Grillo e Casaleggio». Esagera. «No. Professionisti come me o Barani non prendono lezioni da chi mostra atteggiamenti extraparlamentari».