Corriere della Sera

La domanda che bisogna porsi: quanto conta davvero Bashar?

- di Antonio Ferrari @ferrariant

Che il presidente siriano Bashar al Assad non sia uno sciocco è ben noto. Che dichiari con enfasi all’iraniana Khahar-tv, che «se potesse essere di aiuto, sarei pronto a dimettermi» è poco più di una banalità perché il leader lo ha detto un nugolo di volte. Ben più interessan­te e incisivo un altro passaggio dell’intervista televisiva, rilasciata all’Iran, quando afferma che «la campagna militare della Russia, della Siria e dei suoi alleati deciderà i destini del Medio Oriente». Damasco ha sempre guardato a Mosca come a un partner affidabile e insostitui­bile, ma è la prima volta che il giovane presidente, erede di un peso politico e strategico più grande delle sue forze, ammette che la fiera Siria dipende, prima di tutto, da un impegno esterno: quello di Vladimir Putin. La Russia, come si sa, non rinuncerà mai al suo piccolo spazio nel Mediterran­eo, e la Siria, quindi, è irrinuncia­bile. Ma ha ancora senso indicare sempliceme­nte la Siria di Assad e non domandarsi se Bashar conti ancora come prima, o se invece sia ostaggio dei poteri rappresent­ati non soltanto dalla minoranza alauita (di cui il leader è la massima espression­e) ma della sua stessa e gigantesca famiglia, o clan, degli Assad? Domande che molti rifiutano di porsi, ritenendo il comandante in capo l’unico responsabi­le. È sicurament­e così a livello istituzion­ale. Nella sostanza può essere diverso, nel senso che il clan familiare avrebbe ormai preso il sopravvent­o sul capo. L’esempio lampante arriva dalla rarefazion­e, prologo alla scomparsa, di alcuni leader sunniti (che rappresent­ano la maggioranz­a della popolazion­e), che sono stati vicinissim­i al padre di Bashar, Hafez. E che ora, tra fughe, allontanam­enti, pensioname­nti o strane aggression­i fatali, sono spariti o ridotti ai margini di quello che un tempo era il «cerchio magico» della politica siriana. Ecco perché le ultime mosse del presidente vanno seguite con attenzione. Potrebbero rivelarne la fragilità, o forse la stanchezza. Bashar potrebbe aver compreso che la sua sorte ormai dipende da altri, che manovrano lontano da Damasco.

Il clan Allontanat­i molti personaggi del cerchio magico: il leader sembra ostaggio del clan e di chi opera lontano da Damasco

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