Marino a Filadelfia «Quasi 5.000 euro pagati dal Comune»
Le spese di missione registrate al Campidoglio
Ogni giorno un pezzetto di verità, ogni giorno un problema in più per Ignazio Marino. Non solo sulle «cene istituzionali», pagate con la carta di credito del Comune. Ma anche sul suo recente viaggio a Filadelfia, dove Marino è andato per una conferenza — alla Temple University — retribuita (il sindaco, dopo le polemiche, ha rinunciato al compenso). Marino disse che quella trasferta era «a costo zero» per il Comune. Ma Alessandro Onorato (Lista Marchini) rivela: «Tutto il viaggio è costato oltre 22 mila euro. E, di questi, 4.866 sono registrati in Campidoglio come “spese di missione sindaco Marino, New York e Filadelfia”». Di quei quasi cinquemila euro esiste prova documentale, negli uffici del Comune. Il leader di M5S (che, con il loro accesso agli atti, hanno dato il via libera al «cena-gate») Beppe Grillo, dal suo blog, torna all’attacco: «Il sindaco Marino ha confuso il suo mandato con quello di ministro degli Esteri, ambasciatore, alto rappresentante di Stato, o qualche carica simile». E oggi le opposizioni manderanno tutto alla Procura e alla Corte dei Conti.
Poi c’è il capitolo cene, sulle quali il sindaco si chiude a riccio nonostante le smentite dei diretti interessati (in un ristorante raccontano che il sindaco era «a cena con la famiglia», in un altro caso Sant’Egidio nega). Uno dei suoi portavoce rimanda al mittente ogni richiesta: «Nessuna intervista su questo argomento. E nulla da dire sugli episodi citati. Ci sono le dichiarazioni firmate dal sindaco, per noi fanno fede quelle». Sono le lettere che accompagnano le ricevute dei pasti, nelle quali Marino dichiara — «in fede» — di aver invitato parlamentari, giornalisti, addetti del «settore culturale, della comunicazione, del sociale».
Oppure esponenti del mondo medico e della ricerca, del «Gemelli» e del «San Filippo Neri», ospedali dove lavorano alcuni dei migliori amici di Marino. Al Gemelli, infatti, il sindaco ha lavorato come chirurgo. E al San Filippo Neri, dal 2005 a luglio 2014, c’era Lorenzo Sommella, prima direttore sanitario, poi direttore generale, infine commissario dell’ospedale: e Sommella è cofondatore (insieme ad Antonio Giordano, professore della Temple di Filadelfia) del think thank «I-think» che Marino creò nel 2012. Il 5 ottobre 2013, mentre Sommella è commissario del San Filippo Neri, Marino ospita a cena al ristorante «Archimede Sant’Eustachio», sotto casa sua, proprio un «rappresentante dell’azienda ospedaliera San Filippo Neri per valutare collaborazioni nell’ambito della medicina solidale». Conto da 104 euro: mezzo vino, antipasto, due primi, un secondo, un contorno, frutta, dolce, cognac. Chi era quel «rappresentante»?
Certo è che Marino ama spesso cenare con «chirurghi di chiara fama», esponenti della Sanità, materia di competenza regionale e non del Comune. Così come spesso vede personalità legate al mondo internazionale, oppure cena per due volte (a spese sempre del Campidoglio) con don Damiano Modena, autore del libro «Carlo Maria Martini: il silenzio della Parola» e per anni segretario dell’ex arcivescovo di Milano.
Una volta l’8 novembre 2013, sempre da «Archimede», dopo che don Modena ha presentato la sua opera ai Musei Capitolini. L’altra ai «Tre Galli» di Torino (il 4 maggio 2015: carne cruda, vitello tonnato, agnolotti, sottofiletto, formaggi e vino Gattinara, totale 125 euro). E qual è uno dei libri più noti di Marino? «Credere e conoscere», il dialogo col cardinal Martini. I «parlamentari» citati? Nel solito ristorante, Marino andò a cena col governatore del Lazio Nicola Zingaretti, l’allora segretario romano del Pd Lionello Cosentino e il deputato (e segretario regionale) Fabio Melilli. Era il 17 settembre 2014, si parlava di trasporti. La ricevuta non è tra quelle messe online da Marino: «Infatti pagai io. E non ci sono state altre cene», ricorda Melilli.
Il caso in Procura Oggi le opposizioni porteranno il materiale alla Procura e alla Corte dei conti