DONALD TRUMP COME BRONSON PER AMORE DELL’IPERBOLE
«Se mi attaccano tiro fuori la pistola e mi comporto come Charles Bronson nel Giustiziere ». Preoccupati perché chi fa una simile affermazione potrebbe diventare presidente di quella che, anche se ammaccata, rimane l’unica superpotenza mondiale? Bè, è lecito allarmarsi ma non sorprendersi: Donald Trump è sempre alla ricerca dell’iperbole, dell’affermazione che divide ma galvanizza la sua base elettorale. E oggi in America parlare con enfasi a favore dell’illimitata libertà di armarsi garantita dal Secondo emendamento della Costituzione è più popolare che mai. Tra i conservatori ma non solo, come dimostra la riluttanza di molti democratici (compreso Bernie Sanders che contende da sinistra la nomination presidenziale a Hillary Clinton) a sostenere le leggi per il gun control inutilmente proposte per anni da Obama. Paradossalmente la serie di stragi nelle scuole, sapientemente sfruttata dalla Nra, la lobby delle armi («attenti, adesso il governo ne approfitterà per spogliarvi del vostro diritto alla difesa»), ha provocato una corsa al riarmo e un’affluenza massiccia ai poligoni di tiro. Così in un Paese da sempre armato fino ai denti, ora sono stati battuti tutti i record di acquisti: negli Usa oggi ci sono 310 milioni di fucili, pistole e armi automatiche regolarmente registrate. Quasi una per abitante, neonati compresi. E se perfino il mite chirurgo Ben Carson, un tempo fautore di un disarmo almeno parziale, oggi che è secondo nei sondaggi dietro Trump afferma che i controlli sulle armi non servono, che bisogna prevenire individuando in anticipo i malati mentali pericolosi, il cinico tycoon newyorchese si sente in dovere di dirla più grossa: se anche gli studenti e i professori fossero stati armati non ci sarebbero state tutte quelle vittime. E poi — perché no? — usare anche Charles Bronson. Del resto è con le affermazioni mozzafiato che Trump è arrivato al 32 per cento nei sondaggi.