DORSEY DA FONDATORE A LEADER RIUSCIRÀ A SALVARE TWITTER?
Diciamo la verità: con Twitter ci divertiamo, ci intratteniamo, ci informiamo. Ma poi la domanda che ci facciamo sempre è: quanto dura? Per esteso: quanto ci metteranno Google o Facebook a mangiarsi il (troppo) piccolo social?
Calma: Jason Del Rey e Kurt Wagner hanno spiegato sul sito Re/code (lo stesso che ha dato la notizia che Twitter pensa di spingersi oltre i 140 caratteri) che le prospettive adesso cambiano, perché è cambiato Jack Dorsey. Un lungo e avvincente ritratto del cofondatore di Twitter, che Twitter cacciò nel 2008, riprese nel 2011 e sta ora per rinominare ceo con pieni poteri.
Troppo facile il paragone con Steve Jobs e la sua riconquista (con salvataggio) di Apple? Di certo a Square — la compagnia di pagamenti via cellulare che Dorsey ha fondato dopo la cacciata — giurano che Jack adesso è un vero capo. A differenza di Jobs, lui un primo ritorno da zar a Twitter l’ha fatto e l’ha fallito, ma da allora ha la sicurezza di chi ha messo su un’altra piattaforma da zero e ora sta per lanciarla in Borsa.
Cos’è successo? Prima Dorsey lasciava le riunioni per andare a yoga o a lezione di disegno, ora è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene. Prima la porta da cui passavano i suoi prescelti era troppo girevole, li bruciava tutti. Ora assume autentiche superstar e ha imparato a delegare. Prima si fissava sui progetti anche quando erano velleitari, ora ha mollato perfino quello a cui teneva di più, riuscire a far pagare nei negozi dicendo semplicemente il proprio nome alla cassa. Prima nelle riunioni diceva due parole, ora è loquace e chiede continuamente « perché » , ascolta e parla. Prima era vendicativo, cacciava a calci i fedeli dell’altro co-founder di Twitter, Ev Williams. Ora è aperto a tutti e manda mail all’intero staff più volte al giorno.
Ma, soprattutto, «Dorsey è il tipo di ceo che twitta da Ferguson», cioè un ceo unico. Il miliardario che marciava con i dimostranti della cittadina del Missouri dopo l’uccisione di un nero da parte di un poliziotto bianco, e twittava video con Vine, ha sedotto per sempre i suoi dipendenti.
Insomma, la storia è edificante, da domenica dei buoni propositi: come un genio capriccioso e prepotente si è trasformato in un leader carismatico e ispirato, capace di guidare due aziende distanti poche centinaia di metri (la mattina una e il pomeriggio l’altra). Sì, Twitter stenta a guadagnare utenti e dai tempi dell’Ipo ha perso quasi metà del suo valore. Ma forse ora un orizzonte ce l’ha davvero.