La riscossa del teatro
Maggiori incassi al botteghino nel primo semestre dell’anno I tagli non fermano le sale E si punta anche su nuovi autori
Gli spettacoli in arrivo tra classici e contemporanei
«Teatro. Dunque sono», «Il Tempo, il Teatro», oppure «In Realtà» che simboleggia l’idea creativa vincente di una realtà che prende forma in palcoscenico: ciò a cui si assiste non è una messa in scena, ma è la vita stessa nei suoi scenari più disparati. Questi i «claim», i gridi di battaglia con cui lo spettacolo dal vivo affila le armi per affrontare la non facile gestione della nuova stagione teatrale. Uno spirito combattivo che, nella desolazione dei fatidici tagli al Fus (Fondo unico per lo spettacolo), può contare su un confortante segno più nei dati Siae: il primo semestre del 2015 ( incasso 84.724665), rispetto a quello del 2014 (81.981524), registra un incremento al botteghino del 3,24%. Trend positivo che si affermava già negli incassi tra il 2013 e 2014 con un +0,53%: più positivo anche del cinema che già l’anno scorso subiva una battuta d’arresto.
I teatranti non si arrendono, puntano sulla qualità dei classici, anche contemporanei, ma pure su nuovi autori. E il pubblico risponde. Qualche esempio: lo Stabile di Roma già nel 2014 aveva triplicato gli spettatori e raddoppiato gli incassi; quello di Torino registra sin d’ora un +12% in biglietteria; il Mercadante di Napoli negli ultimi tre anni ha aumentato gli abbonamenti del 92%; il Piccolo Teatro di Milano nella stagione passata ha addirittura battuto il record di presenze della sua storia.
Partendo dal capoluogo piemontese, al Gobetti da novembre, va in scena Il testamento di Maria di Colm Tóibín , tra i maggiori autori irlandesi contemporanei, regia di Marco Tullio Giordana: il rapporto tra una madre e suo figlio nei giorni della predicazione e poi della crocifissione. Anche Pippo Delbono con Vangelo (Teatro Argentina) prende a spunto il sacro testo per descrivere i campi di zingari e di profughi.
La tendenza
Mentre il confronto duro fra le tre religioni monoteiste emerge in Credoinunsolodio di Stefano Massini (Teatro Studio Melato). Maddalena Crippa e Graziano Piazza sono protagonisti (Biondo di Palermo) di Lampedusa Way: l’emigrazione clandestina dal punto di vista dei migranti. Punk Islam di Roberto Scarpetti, regia di César Brie (all’India di Roma), riflette sulla confluenza delle nuove generazioni verso il radicalismo islamico.
Eccellenze internazionali sono ospitate dallo Stabile dell’Umbria al Teatro Cucinelli di Solomeo (Perugia): Charlotte Rampling in Danses Nocturnes su testi della poetessa Sylvia Plath; Jean-Louis Trintignant con Le bateau ivre, una jam session dal poema di Rimbaud. Il Piccolo Teatro Strehler inaugura il 6 ottobre con Odyssey di Simon Armitage, regia di Bob Wilson.
In memoria di Pasolini, un’iniziativa speciale è dello Stabile romano: il Treno Corsaro, una drammaturgia viaggiante che attraverserà in convoglio l’Italia dal Friuli, luogo di nascita del poeta, a Matera, città del suo Vangelo. E l’omaggio si chiuderà con Ragazzi di vita con Massimo Popolizio e uno squadrone di giovani interpreti.
Tra i classici rivisitati, lo Stabile torinese produce Amleto a Gerusalemme di Gabriele Vacis e Marco Paolini con i ragazzi del Palestinian National Theatre. PreAmleto (all’Argentina) di Michele Santeramo analizza il concetto di potere.
Tra le novità italiane, Roberto Saviano è autore di Sanghenapule (Piccolo Grassi di Milano) raccontando la napoletanità attraverso la vita di San Gennaro; Gabriele Russo (Eliseo di Roma) traduce scenicamente Arancia meccanica. Tra quelle straniere, The Pride di Alexi K. Campbell con Luca Zingaretti, le infedeltà di due coppie gay (Argentina) e Swan Lake dello svedese Fredrik Rydman (Carignano).
Non mancano i classici: da La signorina Giulia strindberghiana diretta da Cristian Plana (Mercadante) a Vita di Galileo di Brecht, regia di Gabriele Lavia (dal 6 ottobre Carignano). Tra i classici contemporanei spicca Il prezzo di Arthur Miller con un duetto d’eccezione, Umberto Orsini e Massimo Popolizio all’Argentina: amara riflessione sulle conseguenze della crisi economica che colpì gli Stati Uniti nel ‘29.