Il sogno Fiorentina non muore all’alba battuta l’Atalanta primo posto solitario
I viola dominano contro gli avversari in dieci La firma di Ilicic, Borja Valero e Verdù
FIRENZE Purple rain, pioggia viola, di gol e di emozioni, di sogni e di speranze. Sblocca subito Ilicic su rigore, raddoppia Borja Valero prima dell’intervallo, chiude Verdù al novantesimo. La Fiorentina scappa via, sola in testa al campionato come non succedeva dal 7 febbraio ’ 99 con Trapattoni. Ma la squadra di Paulo Sousa va oltre: la quinta vittoria consecutiva porta al record di punti, 18 in sette giornate, un traguardo che neppure negli anni dei due scudetti la Viola aveva raggiunto. C’è quanto basta per sognare anche se illudersi è pericoloso. Però è giusto godersi il momento e il primato solitario che, complice la sosta, durerà almeno due settimane ancora, quando il calendario diventerà una specie di Everest, con il Napoli in trasferta e la Roma in casa. Quello sarà un momento cruciale per misurare le reali ambizioni della banda Sousa, che intanto dimostra di saper gestire le pressioni ad alta quota.
La Fiorentina è una macchina da guerra: pratica più che bella, maledettamente concreta, senza fronzoli, con un gioco essenziale, fatto di passaggi di prima veloci e precisi e tanto possesso palla. Ilicic ha trasformato i fischi di un anno fa in applausi, la regia di Borja Valero è sontuosa, Alonso è un martello sulla fascia sinistra, Kalinic stavolta non segna ma gioca per la squadra e Bernardeschi, il ragazzino con la maglia numero dieci, allarga il cuore dei tifosi fiorentini: mette il piede in entrambe le reti ed è sempre nel vivo del gioco. Il risultato è da stropicciarsi gli occhi: 11 gol nelle ultime tre partite considerando l’Europa League e la miglior difesa del campionato.
L’Atalanta, reduce da due vittorie consecutive e che aveva perso soltanto nel recupero dell’esordio contro l’Inter, niente può fare. Reja, dopo cinque vittorie contro i viola, tutte con la Lazio, deve arrendersi. La sua serata non è neppure fortunata, considerando che già al 6’ la sua squadra è sotto di un gol e in inferiorità numerica per l’espulsione di Paletta: è l’ex milanista, insieme a Gomez, a stendere Blaszczykowski nell’azione del rigore che dà il via alla festa viola.
Sousa in superiorità numerica trasforma l’iniziale 4-2-3-1 nel 3-4-2-1 alzando Alonso a sinistra e avvicinando Bernardeschi a Ilicic dietro Kalinic. Anche l’Atalanta cambia atteggiamento tattico. Reja toglie l’ex Kurtic, inserisce Cherubin e trasforma il 4-3-3 di partenza in una specie di 4-2-3. I bergamaschi hanno coraggio e personalità confermando, seppure in una situazione difficile, di attraversare un buon momento di forma. Un errore di Borja Valero in fase di disimpegno consente a Maxi Moralez di presentarsi davanti a Tatarusanu, ma il romeno canta nel coro e respinge la palla del possibile 1-1. La Fiorentina nient’altro concede, anzi prima del 2-0 di Borja Valero va vicina al raddoppio con lo stesso spagnolo che colpisce un palo mentre Sportiello, il migliore dei suoi, è formidabile sui tiri da fuori di Ilicic e Blaszczykowski.
Nel secondo tempo Reja cambia ancora: dentro D’Alessandro per Denis, con l’obiettivo di provare a sorprendere la Fiorentina in velocità. Ma la partita, così come era successo a Milano, resta saldamente nelle mani dei viola che comandano il palleggio e gestiscono le forze. Kalinic per due volte va vicino al terzo gol che Sportiello nega a Alonso, mentre Sousa in panchina si sbraccia per evitare cali di tensione nella notte calda e umida. Ma i suoi discepoli non steccano e prima del novantesimo lo spagnolo Verdù, all’esordio a Firenze, segna il definitivo 3-0. Lo stadio canta, la Fiorentina è in paradiso. Il primo esame di maturità è superato senza incertezze.
Concretezza Quella di Sousa una squadra pratica, senza fronzoli, passaggi di prima, veloci e precisi