Corriere della Sera

La Juve gioca con l’handicap ma poi conquista lo Stadium

Subito sotto, rimonta e vince. Ma il Bologna protesta per il rigore

- DAL NOSTRO INVIATO Filippo Bonsignore

Tre gol per conquistar­e lo Stadium e per scacciare i fantasmi. La Juve riparte anche in campionato con qualche apprension­e di troppo ma la missione è compiuta. Paulo Dybala respira: «Dobbiamo continuare a lavorare perché non possiamo prendere gol alla prima giocata». La sosta sarà così un po’ più serena per Massimilia­no Allegri (foto), nonostante i patemi: «Prendere di nuovo gol al primo tiro in porta non è stato piacevole, avrebbe potuto destabiliz­zarci, siamo stati pigri, ma i ragazzi

E alla fine anche «J» la zebra, nuova mascotte della Juve per la corrente stagione sociale, può circolare a zampa libera. Dopo la vittoria in Champions sul Siviglia, arriva anche quella in campionato col Bologna: lo Stadium è definitiva­mente liberato dalla maledizion­e, la sconfitta con l’Udinese e i pareggi con Chievo e Frosinone possono finire nel cassetto dei brutti ricordi. Ma la Juventus formato-serie A fa comunque più fatica che nelle notti d’Europa: per la quinta volta in 7 partite i bianconeri vanno sotto di un gol e lo fanno ancora al primo tiro in porta come abitudine ormai consolidat­a, dato che è la quarta occasione. È bravo lo spietato Mounier ad approfitta­re della scarsa concentraz­ione di Chiellini nel posizionam­ento in area, ma è tutta la Juve ad avere un approccio più morbido rispetto alla partita di quattro giorni prima.

E stavolta il raffronto si può fare in maniera più pertinente, perché per la prima volta in 10 partite Allegri può riproporre la stessa formazione della gara precedente. Col Siviglia i bianconeri avevano vinto tutti i contrasti in mezzo al campo (15 su 15). Col Bologna, tra palloni persi (10) e tackle lasciati all’avversario ( 8) solo nel primo tempo, la differenza è evidente. E quindi non c’è da scandalizz­arsi se la squadra acerba di Delio Rossi va in vantaggio e nemmeno se le prime conclusion­i bianconeri sono forzate o frettolose.

Nulla sembra accadere per caso, nel male e anche nel bene. Perché appena la Juve sale di intensità a centrocamp­o, può giocare con più fluidità nella trequarti, dove Dybala cresce, Cuadrado si conferma decisivo e Morata riesce a finalizzar­e anche in campionato: il pareggio arriva grazie a un’iniziativa sulla destra dell’altro sono stati bravi a non disunirsi. Dobbiamo assolutame­nte migliorare la stabilità all’interno del campo per non dare mai la sensazione di essere in difficoltà». Il tecnico bianconero non guarda la classifica: «Pensare a quanti punti possiamo recuperare non serve, bisogna pensare a dare continuità ai risultati, a ritrovare gli infortunat­i e a prepararci al prossimo mese in cui si decide molto in campionato e Champions League». La svolta è arrivata anche grazie a Sami Khedira, in gol all’esordio in A, un caso? «Il merito di tutti — sorride il tedesco —. La Juventus ha bisogno di 11 leader non soltanto di uno». Delio Rossi non parla della sua panchina («Sono domande cui non so rispondere») e punge: «Un rigore del genere a Torino lo metto in preventivo, avremmo dovuto essere bravi noi a metterci nelle condizioni di non farcelo fischiare contro».

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