Corriere della Sera

Anatomia di un «mostro» I segreti della nuova Ducati

Per la pista e per la strada: «Così abbiamo creato la Monster 1200 R»

- Stefano Bargiggia

Attraente, sensuale, potente, adrenalini­ca, essenziale eppure molto curata. «Un ritorno alle origini» non esita a dire Giulio Malagoli, ingegnere, direttore del marketing prodotto Ducati, mentre ci racconta la nuova Monster 1200 R. «L’idea primigenia di Monster nacque di fatto da una 851, la sportiva pistaiola del 1987, spogliata delle carene e adattata all’uso stradale. Oggi, con la Monster R vogliamo tornare a quel concetto di prestazion­i e sportività senza perdere di vista il fatto che questa moto deve continuare a essere un prodotto molto godibile su strada».

Perciò ecco un oggetto estremamen­te ricercato e raffinato, materiali pregiati e componenti­stica di altissimo livello, che vanno a mescolarsi secondo una ricetta inedita alle caratteris­tiche che fanno da sempre della Monster un mezzo tanto adatto alla guida di tutti i giorni, quanto emozionant­e quando si gira il gas. «Ma anche quando si frena. Perché grazie ai dischi anteriori da 330, all’Abs e alla distribuzi­one dei pesi favorevole, la Monster R frena fortissimo, anche meglio di alcune moto sportive nate per la pista», continua Malagoli.

Decisament­e aggressiva e ben più diversa dalle sorelle minori di quanto un primo sguardo possa far pensare (le linee compatte e muscolose basate sul gibboso serbatoio e sul tipico telaio a traliccio restano inconfondi­bili), la Monster 1200 R è un mezzo velocissim­o e molto sportivo, pensato sì per la guida in pista, ma sviluppato per restare godibile su strada, fruibile nel quotidiano. I suoi numeri fanno una certa impression­e: 160 cavalli (con omologazio­ne Euro 4), 180 chili a secco, 3,2 secondi per passare da 0 a 100 orari, 255 km/h di velocità massima. Ma d’altro canto fa piacere notare come i tre quarti della coppia massima — 13,4 kgm — siano disponibil­i già a 3.500 giri, in pratica appena dopo aver ruotato la manopola del gas. Le pedane racing ricavate dal pieno aiutano nella guida più impegnata, ma non rendono più affaticant­e la posizione di guida, che resta piuttosto eretta e tipicament­e stradale. E i bellissimi cerchi in lega in alluminio forgiato, che

pesano quasi 2 chili meno dei tradiziona­li, fanno andare più forte in pista, ma rendono la moto più agile e maneggevol­e anche nella guida di tutti i giorni, perché togliere massa da componenti che ruotano significa ridurre in maniera sostanzial­e l’inerzia nei cambi di direzione e durante le variazioni di inclinazio­ne.

Certo, se l’obiettivo è quello di gettarsi tra i cordoli con il cronometro in mano, la Monster 1200 R è equipaggia­ta per farlo: le sospension­i Ohlins regolabili con assetto rialzato, i freni Brembo e gli pneumatici Pirelli Supercorsa SP con il posteriore da 200 millimetri sono quanto di meglio si possa desiderare su una moto di questo genere. Però Abs, controllo di trazione e Riding mode che permettono di regolare intervento dell’elettronic­a e carattere del motore continuano a far parte della dotazione di serie, per rendere la Monster più potente di sempre il più possibile duttile in ogni condizione di utilizzo. Perché pensare di utilizzare «la Monster più Monster di sempre» solo la domenica per le sparate in pista sarebbe un peccato.

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