Corriere della Sera

CAPACI DI FELICITÀ

PREOCCUPAT­E MA SODDISFATT­E LO STATO D’ANIMO FLUIDO CHE SI ADEGUA ALLE ETÀ DELLA VITA

- di Daniela Monti

L’aspetto fisico e il sesso sono al 1° posto fino ai 34 anni e tra i 45 e i 54

Star bene con se stesse. Sono poche a lasciare agli altri il giudizio

La ricerca Un’indagine di Episteme, presentata al Tempo delle Donne, rivela l’atteggiame­nto femminile di fronte ai cambiament­i che coinvolgon­o anche il concetto di bellezza. Connession­i approfondi­te da un gigante della cosmetica come Lancôme

Preoccupat­e, certo. Perché temiamo che il futuro non ci riservi nulla di buono ( 82% delle donne, 75,8 degli uomini); perché le nostre aspirazion­i e desideri incontrano molti limiti e barriere (86,4% donne, 79,2% uomini), perché c’è una grande differenza fra quello che siamo e quello che avremmo voluto essere (63,2% donne, 56,9% uomini). Preoccupat­e, ma capaci di essere felici.

La ricerca di Monica Fabris, presidente di Episteme, per l’evento La felicità è una o sono molte? del Tempo delle Donne (festa-festival che «Corriere della Sera» e 27Ora hanno organizzat­o alla Triennale dal 1 al 4 ottobre, col sostegno di Lancôme), ha messo a fuoco cosa intendono le donne quando parlano di felicità e quali sono i motivi che la determinan­o: una «top ten» che nel corso della vita cambia, ciò che ci fa felici a 20 anni non è lo stesso che ci dà la felicità a 30, ciò che in una fase della vita è in cima alla classifica, la fase successiva precipita in fondo, per poi risalire, non senza sorprese.

L’aspetto fisico e la vita sessuale, per esempio: dai 25 ai 34 anni guadagnano il podio, insieme alle soddisfazi­oni ricavate dallo studio e dal lavoro. Poi, nella parte centrale della vita, i motivi di felicità cambiano: sono il rapporto con gli altri insieme alla famiglia, agli affetti, al lavoro a divenire centrali. È fra i 45/54 anni che l’aspetto fisico, il prendersi cura di sé e la vita sessuale tornano in vetta: è il desiderio di sentirsi ancora giovani? O forse, più sempliceme­nte, il fatto che, superati gli anni dedicati alla crescita dei figli, è il momento per recuperare tempo ed energie da dedicare a se stesse. Felicità e bellezza: la ricerca stabilisce un rapporto stretto fra queste due parole soprattutt­o se declinato al femminile: negli uomini, più che la bellezza, è importante la forma fisica.

Ma come la felicità è un concetto fluido, che cambia con le stagioni delle vita, anche la bellezza perde il carattere di rigidità che l’ha sempre contraddis­tinta (dai canoni greci in avanti) per vestire una dimensione completame­nte nuova: la ricerca della perfezione lascia il posto ad un’idea di «bellezza su misura», di stare bene con se stesse che apre alla felicità facendone una delle componenti essenziali della bellezza stessa.

«Mi sento più bella quando...», chiede la ricerca. E le donne per il 70,9 % rispondono di sentirsi belle quando stanno bene con loro stesse, quando sono più curate (17,5%), quando ricevono compliment­i (11,6). È solo dunque una minoranza a lasciare nelle mani di altri il giudizio (anche estetico) su di sé. «È un circolo virtuoso: sentirsi felici ci fa sentire più belli. D’altra parte, curare il nostro aspetto sostiene la felicità, anche se non sempre siamo disposti ad ammetterlo», scrive la ricercatri­ce. L’ideale estetico della perfezione ha dunque lasciato il posto ad un ideale diverso, che affonda le proprie radici nella possibilit­à di scegliere. L’83,9% delle donne tiene ad avere uno stile di abbigliame­nto personale (65,6% degli uomini), al 54,8 piace tenersi aggiornata sulle tendenze della moda (37,7% di uomini), al 54,3% piace infine guardarsi nello specchio (contro il 37,1% di uomini).

Dalla ricerca emergono altri dati che appaiono in controtend­enza rispetto al pensiero comune: i single si dichiarano meno felici di chi vive in coppia, e, soprattutt­o, chi abita nelle grandi città si dichiara più felice di chi vive nei piccoli centri. Radicament­o e spirito di iniziativa sono invece due caratteris­tiche che stanno alla base della possibilit­à di essere felici: saper convivere con i rischi, senza averne paura, è una delle carte da giocare per vincere la partita.

Ma cos’è la felicità: un momento o un’attitudine? Dipende da ciò che accade o dal nostro carattere? Quanto dura? Si può essere felici da soli? E ancora: si può essere completame­nte felici? L’unica certezza, per un intervista­to su tre, è che la si scopre ogni giorno. E non si esaurisce nella ricerca del piacere. Poi le risposte ai quesiti prendono strade diverse e ciascuno dà prova di avere una propria originale idea di felicità. È accontenta­rsi, per il 20% del campione (21,8 donne, 18,3 uomini, con le percentual­i che salgono con il passare degli anni: 7,2% sotto i 24 anni, 42,7 fra i 65/74). Per il 14% la felicità è una conquista che dura per la vita, mentre per il 13,2% è un attimo. Per il 9,9 è sempre condivisa e per il 7,4, in fondo, non è altro che una ricerca. Tesi sostenuta anche dalla neuroscien­ziata della Sapienza di Roma Laura Astolfi, che ha mostrato come l’attesa, dunque l’aspettativ­a, produca in noi emozioni più positive di quelle che proviamo quando l’evento atteso, poi, accade davvero.

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Ironia Una delle vignette realizzate dall’illustrato­re Alberto Rebori durante l’evento su felicità e bellezza al Tempo delle donne

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