Max, lo studente che batte i colossi: «Ora c’è un limite»
Mentre al quartier generale europeo di Facebook di Dublino le facce sono tirate, la voce di Max Schrems, studente austriaco di 28 anni che ha dato battaglia al colosso di Mark Zuckerberg, è quella di un uomo che ha vinto. «Questa è una vittoria per tutti. Dimostra che l’Ue si prende cura della privacy dei suoi cittadini a differenza di quanto fanno gli Usa. E traccia un limite oltre il quale non si può andare». Qual è questo limite? «Mi riferisco alla sorveglianza globale americana che si basa sull’uso di imprese private. Sono sicuro che non smetteranno con questa pratica domani: nella Silicon Valley hanno sempre pensato di poter fare in Europa ciò che volevano. Ma una Corte dice che privati e governi non possono prendere i no stri dati e farne quello che vogliono».
Facebook dice di non aver fatto niente di male...
«Queste sono s... Senza Safe Harbour (la norma sull’approdo sicuro dei dati sensibili che ha certificato 15 anni fa i rapporti di fiducia tra Bruxelles e gli Usa, ndr) i colossi del tech non possono più fare agire indisturbati. Questa è una sentenza contro di loro e saranno necessari cambiamenti anche nella legge Usa».
Ha iniziato a interessarsi alla privacy dal 2011, quando studente in legge passò un semestre all’università di Santa Clara, piena Silicon Valley. Ma è dopo le rivelazioni di Snowden che la sua class action ha acquisito forza. Vi siete scambiati tweet di ringraziamenti in pubblico. Vi siete sentiti di persona?
«No, ma gli sono grato per il suo coraggio. Le sue parole ci hanno fatto diventare più consapevoli e di far valere i nostri diritti. Dovremmo ringraziarlo, ci ha aperto gli occhi». Cosa farà da domani? «Mi chiedono tutti se scriverò un libro o farò un film. Credo che recupererò un bel po’ di sonno perso».
@martaserafini