Corriere della Sera

L’attacco consentito dalla risoluzion­e del 2014. Pinotti: la coalizione ci chiede di intervenir­e Iraq, il piano del governo

Pinotti: «Più forti nella lotta all’Isis, un obiettivo che condividia­mo» Verso la sospension­e del ritiro del contingent­e in Afghanista­n

- di Maria Teresa Meli e Fiorenza Sarzanini

Tornado in azione entro un mese. Lancio di missili russi sulla Siria

ITornado italiani saranno pronti entro un mese per entrare in azione in Iraq. Il ministro Pinotti: «La coalizione ci chiede di essere più forti». Lancio di missili russi sulla Siria.

Il capo del Pentagono, Ash Carter, accoglie con ampi sorrisi le parole finali del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, sul futuro della nostra presenza in Iraq. «In questo momento — spiega il ministro italiano — la coalizione e il governo iracheno stanno dicendo che dobbiamo essere più forti e più determinat­i nella lotta all’Isis. E questo è un obiettivo che condividia­mo...».

È l’annuncio del cambio di marcia imminente: dentro Palazzo Esercito, la sede dove ieri mattina è stata convocata la conferenza stampa congiunta del segretario americano alla Difesa e del ministro italiano, i nostri militari fanno già i calcoli di quanto tempo ci vorrà per armare i quattro Tornado impegnati per ora nei cieli iracheni soltanto con compiti di pura ricognizio­ne: occorreran­no dieci giorni al massimo, dice un alto ufficiale, per trasformar­li in cacciabomb­ardieri a tutti gli effetti.

«In Iraq noi abbiamo già assetti importanti — ribadisce, poi, il ministro Pinotti a scanso di equivoci, ben sapendo che il Parlamento è entrato in fibrillazi­one —. Oggi abbiamo laggiù addestrato­ri, carabinier­i, piloti e quali saranno in futuro i diversi assetti non l’abbiamo ancora stabilito, non c’è un orientamen­to già preso, altrimenti il governo l’avrebbe comunicato in Parlamento e non certo in conferenza stampa. Per ora stiamo valutando con attenzione...».

Ma c’è un’altra novità che emerge dai due giorni di colloqui tra il nostro ministro e Ashton Carter, tra Sigonella e Roma. Riguarda l’Afghanista­n, dove fino a ieri sembrava che il contingent­e italiano, ormai ridotto a 700 uomini nell’area di Herat e cinquanta a Kabul, fosse destinato a rientrare, secondo i programmi Nato, al termine di quest’anno. Il ministro Pinotti, però, ora annuncia che è «importante non lasciare solo l’Afghanista­n» e anche il capo del Pentagono, subito dopo di lei, sottolinea che occorrerà «garantire una presenza continua nel futuro immediato» e per questo servirà «mantenere i contingent­i» e aggiunge pure che di questo si parlerà oggi a Bruxelles nella riunione dei ministri Nato con la stessa Pinotti. Insomma, il ritiro italiano, dopo che «la situazione è cambiata» ed è ripresa l’offensiva talebana, non sembra più così scontato.

Su un punto, comunque, la titolare della Difesa è perentoria: «Nessun retropensi­ero», ammonisce. Nessuno deve pensare che l’Italia accetti d’impegnarsi di più in Iraq per avere domani la «leadership della missione in Libia», perché « le due cose non sono connesse». La presenza in Iraq si spiega solo con la «lotta all’Isis, pericolo per il futuro del mondo». Su un’eventuale partecipaz­ione alla coalizione operante in Siria, invece, il ministro taglia corto: «Noi ci auguriamo che ci sia una transizion­e politica che consenta di avere una situazione diversa, riconosciu­ta e più chiara. In quel caso valuteremo, a oggi la decisione dell’Italia resta quella di partecipar­e solo nell’area irachena».

Il presidente della Camera, Laura Boldrini, si prepara intanto ad accogliere il dibattito in Aula sul futuro dei Tornado italiani in Iraq: «Vedremo se le opposizion­i chiederann­o che i ministri Pinotti e Gentiloni vengano a riferire». Favorevole «a intervenir­e domani, con gli aerei, con la forza, con i soldati» si dice già il leader della Lega, Matteo Salvini. La sinistra dem, senza esprimere dissenso, invita invece «alla prudenza e alla cautela».

In Siria «Auguriamo che ci sia una transizion­e politica che consenta di avere una situazione diversa»

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(Ansa)
Difesa La ministra Paola Pinotti, 54 anni, durante la conferenza stampa di ieri a Roma (Ansa)

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