Corriere della Sera

Italiano rapito, pista islamica

Il sequestro in un’area dove operano i separatist­i islamici

- Di Michele Farina

Rolando Del Torchio, 56 anni, è stato rapito ieri nella sua pizzeria nel Sud delle Filippine.

Hanno ordinato le pizze, poi mentre tornava in cucina gli hanno ordinato di andare con loro: così un gruppo di falsi clienti ha rapito ieri sera l’italiano Rolando Del Torchio, 56 anni, ex missionari­o del Pime oggi proprietar­io di una pizzeria a Dipolog, nel Sud delle Filippine, in un’area dove operano vari gruppi separatist­i musulmani.

La Farnesina ha confermato il sequestro, avvenuto intorno alle 19 ora locale nella provincia di Zamboanga del Norte, sull’isola di Mindanao. I rapitori, un commando di almeno sei persone, hanno usato un van bianco per raggiunger­e la riva, dove aspettavan­o due motoscafi. La polizia ha cercato invano di intercetta­re i fuggiaschi quando era già calato il buio.

Nessuna rivendicaz­ione è giunta nella notte. Poche settimane fa tre stranieri e una donna filippina erano stati rapiti da un gruppo di militanti islamisti attivi nella regione. Mindanao è la base di Abu Sayyaf, il gruppo integralis­ta responsabi­le di numerosi rapimenti e attentati. Nel giugno 2014 il loro leader aveva giurato fedeltà al califfo dell’Isis in un video su Internet.

Nato ad Angera, in provincia di Varese, Del Torchio è stato ordinato sacerdote nel 1984. Dopo quattro anni a Napoli, come missionari­o del Pontificio istituto missioni estere fu assegnato a Sibuco, cittadina a maggioranz­a musulmana nel Zamboanga del Norte, dove è rimasto fino al 1996. Trasferito­si a Dipolog, ha collaborat­o con una Ong che aiutava i contadini e i pescatori. In quel periodo chiese di essere dispensato dal sacerdozio perché, come ha raccontato in un’intervista a un giornale filippino nel 2013, «non poteva più accettare l’autorità morale della Chiesa». «Sono deluso quando mi lamento per la corruzione o per un leader religioso che compie cattive azioni, e la Chiesa si limita a trasferirl­o in un altro posto. Quando vedo la pedofilia, e la Chiesa non agisce, sono fruzato. strato » , aveva dichiarato ai giornalist­i di Rappler.

Del Torchio «era scampato a un attentato quindici anni fa, quando alcune persone avevano sparato contro di lui mentre si trovava con un vescovo locale». Lo ha raccontato all’Ansa il cugino, Andrea Del Torchio, titolare di una gastronomi­a ad Angera. «Erano riusciti a salvarsi rifugiando­si sotto i letti. Rolando era rimasto traumatiz- Sono posti pericolosi, che lui ama nonostante la vita là sia molto difficile».

A Dipolog, 120 mila abitanti, l’ex missionari­o aveva aperto un caffè-ristorante vicino all’Andes Bonifacio College. Nome del locale: Ur Choice Cafè. Faceva le pizze, e le faceva bene. La città dista 20 km da Dapitan, dove nel maggio scorso i miliziani di Abu Sayyaf sequestrar­ono tre persone. Una fu decapitata e le altre due riuscirono a fuggire dopo uno scontro a fuoco con l’esercito. Il rapimento dell’ex sacerdote (con lui salgono a sei gli italiani nelle mani di rapitori, compresi padre Paolo Dall’Oglio in Siria e quattro tecnici catturati in Libia) potrebbe avere motivazion­i economiche. Da 25 anni i separatist­i usano i sequestri come forma di auto-finanziame­nto. Di recente Abu Sayyaf (per gli affiliati al-Harakat al-Islamiyya, Movimento Islamico) ha cercato di accreditar­si come filiale filippina dell’Isis.

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 ??  ?? Al lavoro Rolando Del Torchio, 56 anni, di Angera, nel suo ristorante a Dipolog, dove è stato rapito ieri sera da sei persone
Al lavoro Rolando Del Torchio, 56 anni, di Angera, nel suo ristorante a Dipolog, dove è stato rapito ieri sera da sei persone

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