Italiano rapito, pista islamica
Il sequestro in un’area dove operano i separatisti islamici
Rolando Del Torchio, 56 anni, è stato rapito ieri nella sua pizzeria nel Sud delle Filippine.
Hanno ordinato le pizze, poi mentre tornava in cucina gli hanno ordinato di andare con loro: così un gruppo di falsi clienti ha rapito ieri sera l’italiano Rolando Del Torchio, 56 anni, ex missionario del Pime oggi proprietario di una pizzeria a Dipolog, nel Sud delle Filippine, in un’area dove operano vari gruppi separatisti musulmani.
La Farnesina ha confermato il sequestro, avvenuto intorno alle 19 ora locale nella provincia di Zamboanga del Norte, sull’isola di Mindanao. I rapitori, un commando di almeno sei persone, hanno usato un van bianco per raggiungere la riva, dove aspettavano due motoscafi. La polizia ha cercato invano di intercettare i fuggiaschi quando era già calato il buio.
Nessuna rivendicazione è giunta nella notte. Poche settimane fa tre stranieri e una donna filippina erano stati rapiti da un gruppo di militanti islamisti attivi nella regione. Mindanao è la base di Abu Sayyaf, il gruppo integralista responsabile di numerosi rapimenti e attentati. Nel giugno 2014 il loro leader aveva giurato fedeltà al califfo dell’Isis in un video su Internet.
Nato ad Angera, in provincia di Varese, Del Torchio è stato ordinato sacerdote nel 1984. Dopo quattro anni a Napoli, come missionario del Pontificio istituto missioni estere fu assegnato a Sibuco, cittadina a maggioranza musulmana nel Zamboanga del Norte, dove è rimasto fino al 1996. Trasferitosi a Dipolog, ha collaborato con una Ong che aiutava i contadini e i pescatori. In quel periodo chiese di essere dispensato dal sacerdozio perché, come ha raccontato in un’intervista a un giornale filippino nel 2013, «non poteva più accettare l’autorità morale della Chiesa». «Sono deluso quando mi lamento per la corruzione o per un leader religioso che compie cattive azioni, e la Chiesa si limita a trasferirlo in un altro posto. Quando vedo la pedofilia, e la Chiesa non agisce, sono fruzato. strato » , aveva dichiarato ai giornalisti di Rappler.
Del Torchio «era scampato a un attentato quindici anni fa, quando alcune persone avevano sparato contro di lui mentre si trovava con un vescovo locale». Lo ha raccontato all’Ansa il cugino, Andrea Del Torchio, titolare di una gastronomia ad Angera. «Erano riusciti a salvarsi rifugiandosi sotto i letti. Rolando era rimasto traumatiz- Sono posti pericolosi, che lui ama nonostante la vita là sia molto difficile».
A Dipolog, 120 mila abitanti, l’ex missionario aveva aperto un caffè-ristorante vicino all’Andes Bonifacio College. Nome del locale: Ur Choice Cafè. Faceva le pizze, e le faceva bene. La città dista 20 km da Dapitan, dove nel maggio scorso i miliziani di Abu Sayyaf sequestrarono tre persone. Una fu decapitata e le altre due riuscirono a fuggire dopo uno scontro a fuoco con l’esercito. Il rapimento dell’ex sacerdote (con lui salgono a sei gli italiani nelle mani di rapitori, compresi padre Paolo Dall’Oglio in Siria e quattro tecnici catturati in Libia) potrebbe avere motivazioni economiche. Da 25 anni i separatisti usano i sequestri come forma di auto-finanziamento. Di recente Abu Sayyaf (per gli affiliati al-Harakat al-Islamiyya, Movimento Islamico) ha cercato di accreditarsi come filiale filippina dell’Isis.