Un nuovo ruolo per la Nato contro il terrorismo islamico
La Nato deve ripensare il proprio ruolo nel fianco Sud, avviando una riflessione approfondita sull’opportunità di impegnarsi in quanto tale anche nella lotta al terrorismo islamico. Il segretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, lo dirà oggi ai colleghi atlantici nel corso della riunione ministeriale in programma a Bruxelles. Lo hanno anticipato al nostro giornale fonti bene informate, in margine ai colloqui di ieri a Roma tra il capo del Pentagono e il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Carter, ricevuto in giornata anche dal presidente della Repubblica Mattarella, ha raccolto in tal modo la sollecitazione dell’Italia, che da tempo chiede più attenzione e risorse da parte della Nato di fronte alle minacce che vengono dal Sud. Se il Califfato è la più grave di queste minacce, così il ragionamento di Washington, allora la Nato dovrebbe valutare un impegno diretto, invece di affidarsi alla coalizione dei volenterosi. Il ministro americano non ha fatto accenno all’eventuale impiego dei Tornado italiani stazionati in Kuwait anche in missioni di combattimento contro l’Isis in Iraq: un modo per rispettare il dibattito interno e sottolineare che ogni decisione spetta solo al governo di Roma. Carter ha avuto parole di elogio per le missioni in cui l’Italia è protagonista nel Mediterraneo, EuNavForMed e Mare sicuro. Ma ha pungolato il governo sulla vicenda del Musos, il sistema satellitare globale che non riesce a partire a causa del blocco dei radar di Niscemi, deciso dalla magistratura sull’onda delle denunce dei poteri locali e degli ambientalisti. «Sarebbe incomprensibile dover spostare altrove una stazione, che una volta in attività, servirà anche all’Italia», ha detto Carter nei colloqui riservati con Pinotti. Infine, la Libia, dove il ministro americano ha confermato che gli Usa appoggiano l’Italia per la guida di una eventuale missione internazionale in caso di accordo tra le fazioni.