Corriere della Sera

La Lega protesta E Boldrini espelle Fedriga

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MILANO Duro confronto tra la Lega e Laura Boldrini ieri alla Camera durante la discussion­e del ddl sulla cittadinan­za. I toni si sono accesi, sono volate parole forti e la presidente di Montecitor­io ha espulso il capogruppo del Carroccio Massimilia­no Fedriga per le sue ripetute proteste sul numero di emendament­i ammessi al voto. Ad un certo punto si è sfiorato lo scontro fisico. La Lega ha contestato con numerosi richiami al regolament­o la decisione della presidenza di non mettere in votazione un numero maggiore di emendament­i. Dai banchi leghisti si sono succeduti diversi interventi, chiusi da Fedriga a sostenere che il provvedime­nto è «di essenziale rilevanza» e quindi giustifica più proposte di modifica. Circostanz­a esclusa da Boldrini, che ha detto: «Non è un provvedime­nto di eccezional­e rilevanza». Parole che hanno fatto esplodere la protesta della Lega, con Fedriga che è arrivato quasi sotto il banco del governo a contestare la presidente che nel frattempo ha richiamato all’ordine tutto il gruppo del Carroccio. «Dovete rispettare i lavori dell’Aula», ha detto Boldrini senza ottenere risultati. Quindi, il «cartellino rosso» per Fedriga: ma davanti a lui si sono parati i colleghi, tra essi i più accesi Stefano Allasia e Giulio Guidesi, che hanno bloccato i commessi agitando dei fogli. A quel punto, Boldrini non ha potuto far altro che sospendere i lavori. Ma i leghisti sono rimasti in Aula. La presidente della Camera ha poi invitato a «ripristina­re la dignità dei lavori parlamenta­ri. Non è accettabil­e quanto è avvenuto, non succede in nessun altro Parlamento. L’Aula non è un teatro», ha detto ai capigruppo. La presidente si è riservata di «valutare tempi aggiuntivi» per l’esame del testo, che dunque riprenderà oggi. Gli emendament­i segnalati sono in tutto 38, a fronte degli iniziali 300.

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