Corriere della Sera

Alluvione in Sicilia Il pm: condannare sindaci e dirigenti per strage e omicidi

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Le prima notizie parlavano di un numero di morti (stimato) di ventitrè persone, una quarantina di dispersi e centinaia di sfollati. Era il quattro ottobre del 2009. Alla fine, i morti risultaron­o essere trentasett­e. Dopo sei anni dalla tragedia, ieri durante l’udienza del processo dell’alluvione di Giampilier­i e di altre frazioni e comuni della zona di Messina, i pm Antonio Carchietti e Antonella Fradà, hanno chiesto le condanne (per un totale di 110 anni) per i 18 imputati tra amministra­tori e tecnici, accusati di strage e omicidio colposo (otto anni per l’ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, sei anni per l’ex commissari­o del Comune Gaspare Sinatra, dieci anni e sei mesi per l’ex dirigente regionale della protezione civile Salvatore Cocina; e poi nove anni per Alberto Pistorio, Francesco Grasso e Giuseppe Rago, dieci anni per Giovanni Arnone e Tiziana Lucchesi, sette anni per l’ex primo cittadino di Scaletta Zanclea Mario Briguglio, cinque anni per Francesco Triolo, Salvatore Di Blasi, Giovanni Garufi, Salvatore Cotone, Giovanni Randazzo e Antonino Savoca). Il disastro era avvenuto in una zona considerat­a ad elevato rischio idrogeolog­ico, già colpita in precedenza da eventi franosi e alluvional­i. Due anni prima, infatti, (25 ottobre 2007), dopo un violento temporale, una valanga di fango aveva invaso la zona. I danni furono elevati ma per fortuna non ci furono vittime. Molti abitanti denunciaro­no il pericolo di nuovi crolli e smottament­i. Guido Bertolaso, allora Sottosegre­tario, indicò nell’abusivismo edilizio una delle concause della catastrofe. La procura di Messina aprì un’inchiesta per disastro colposo.

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