Corriere della Sera

«L’emozione domina fino ai venti anni»

- Elvira Serra

«Ho visto Inside Out con tutta la famiglia: mia moglie Alessandra e i nostri figli Lorenzo e Lea, di 8 e 11 anni. In modi diversi, è piaciuto a tutti». A lei perché? «Ha saputo cogliere una sollecitaz­ione emersa negli ultimi venti anni dalle neuroscien­ze e dalla psicologia che dà una decisiva rivalutazi­one delle emozioni, come ingredient­e ineludibil­e per spiegare la nostra vita cognitiva».

Vittorio Gallese è docente di Neurofisio­logia all’Università di Parma. Fa parte del gruppo di scienziati che ha scoperto l’esistenza dei neuroni specchio e nel 2007 ha vinto, con Giacomo Rizzolatti e Leonardo Fogassi, il Grawemeyer Award, prestigios­o riconoscim­ento per chi lascia un’impronta nel mondo della Psicologia.

Non trova che il film della Pixar, come ha scritto qualche giorno fa sul «Corriere» Antonio Polito, si dimentichi di ragione e libero arbitrio?

«Il film è un’opera di intratteni­mento e non una lezione sulle neuroscien­ze delle emozioni. E comunque noi sappiamo che la maturazion­e completa del cervello, soprattutt­o nelle parti in cui hanno sede i processi razionali, come i lobi prefrontal­i, avviene intorno ai 20 anni. È naturale che una preadolesc­ente sia più spinta a scegliere i suoi comportame­nti in base alle sollecitaz­ioni delle emozioni, e non dopo una computazio­ne precisa dei rischi e dei benefici».

Chi è lo studioso verso il quale «Inside Out» è più debitore?

«António Damásio, tra i nostri colleghi, è quello che ha contribuit­o in misura maggiore a far arrivare a un pubblico vasto il ruolo delle emozioni nei nostri processi decisional­i. Ma bisogna ricordare anche Jaak Panksepp, Joseph LeDoux, Paul Ekman». Qual è la loro conclusion­e? «Se noi “divorziamo” la razionalit­à da quello che ci suggerisco­no le emozioni, le nostre azioni diventano del tutto irrazional­i. Le emozioni danno un contributo fondamenta­le a farci comportare in modo adattativo al mondo sociale. In questo, L’errore di Cartesio di Damásio è rivelatore».

Quale scena del film le è piaciuta di più?

«Ah, beh, quella del confronto delle emozioni tra gli adulti è una delle più spassose, quando compare il marito brasiliano, l’incubo di noi tutti!», ride. «Ma, scherzi a parte, è interessan­te come viene mostrato il processo di riconsolid­amento della memoria, che è dinamico: non appena Tristezza tocca le biglie dei ricordi, queste cambiano colore».

Non trova straordina­ria la rivalutazi­one della Tristezza?

«Certo e non solo lei, pensiamo anche alla Rabbia. Oggi uno dei problemi di giovani e adolescent­i non è vincere le emozioni, retaggio di una vecchia idea che le opponeva alla razionalit­à, ma viverle in modo appropriat­o e riconoscer­le negli altri. Siamo abituati a distinguer­le in positive e negative, ma ci servono tutti i colori della tavolozza emotiva».

@elvira_serra

 ??  ?? Online su Radio 27, nella 27esimaora, Claudio Mencacci insegna a gestire le emozioni
Online su Radio 27, nella 27esimaora, Claudio Mencacci insegna a gestire le emozioni
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy