Corriere della Sera

Arpe vince in Consob, nessuna manipolazi­one su Profilo

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( f.mas.) Matteo Arpe e il suo braccio destro Fabio Candeli, amministra­tore delegato di Banca Profilo, «assolti» dalla stessa Consob nel procedimen­to aperto nel 2013 dall’Authority. Sanzionati invece con 220 mila euro totali due trader di Profilo (e la banca in solido) che materialme­nte hanno operato sul titolo dello stesso istituto controllat­o da Arpe ( nella foto) attraverso la holding Arepo Bp. Finisce così il durissimo braccio di ferro tra il banchiere 50enne e la commission­e presieduta da Giuseppe Vegas, una contesa trascinata­si per mesi nelle aule dei tribunali e che aveva portato la scorsa primavera la stessa Consob a riscrivere l’iter del suo procedimen­to sanzionato­rio dopo che Arpe, assistito dallo studio Irti, ne aveva impugnato davanti alla giustizia amministra­tiva la regolarità sotto il profilo del giusto processo e per l’assenza dei requisiti di «equità, imparziali­tà e contraddit­torio» sanciti dalla Corte di Strasburgo nel caso Ifil-Exor, oltre che dalla stessa legge italiana. Tutto parte da un’ispezione per una presunta manipolazi­one del titolo Banca Profilo: a dicembre 2013 la Consob aveva aperto un procedimen­to sanzionato­rio nei confronti di Arpe e Candeli perché sospettati di avere manipolato il titolo da giugno 2011 a maggio 2013, attraverso l’acquisto di oltre l’8% dell’istituto, di cui Arepo aveva già la maggioranz­a. La holding ribatteva di avere sempre informato il mercato, di avere avuto con l’ok di Bankitalia e che il titolo non era stato manipolato visto che in quei due anni era sceso. Ma Arpe aveva anche contrattac­cato dopo che Vegas, nella relazione Consob 2014, aveva fatto implicito riferiment­o al caso Profilo indicando di aver «accertato gli illeciti amministra­tivi», sebbene l’iter fosse in corso. Ora Consob, nella delibera del 6 ottobre, «ritiene accertata» la manipolazi­one dei trader ma non di Candeli e Arpe: «L’istruttori­a non ha prodotto né prove piene e dirette, né prove presuntive» sul fatto che le manipolazi­oni siano frutto di direttive aziendali o di Arpe. Anzi «possono ravvisarsi in atti anche elementi di segno contrario e tali da rendere non univoco il quadro indiziario, come ad esempio il previo tentativo da parte di Arepo di acquistare» le azioni «fuori mercato».

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