Corriere della Sera

«L’ambiente è importante Ma lo è anche il progresso»

- di Luigi Offeddu

Qualche anno fa, scrisse un libro di successo, e foriero di qualche arrabbiatu­ra per chi non la pensava come lui: Hurrà per le energie fossili! Oggi Samuele Furfari, docente di geopolitic­a dell’energia all’Università Libera di Bruxelles, è autore in tutto di otto volumi, e collabora a coordinare le politiche energetich­e della Ue come consiglier­e del direttore generale Energia alla Commission­e Europea. Ma quel libro lo scriverebb­e ancora, pur con qualche integrazio­ne: «È vero che le energie fossili sono ancora disponibil­i e a basso costo, e coprono il 75-80% del consumo totale energetico mentre per le rinnovabil­i resta l’obiettivo generale del 27% fissato per i 28 Paesi Ue. Ma non bisogna sprecarle. Bisogna migliorarn­e la gestione e l’efficienza, a cominciare dalle nostre case».

C’è una notizia che Furfari intende portare alle fiere Smart Energy Expo e Greenbuild EuroMed, a Verona: «Già ora, l’innovazion­e tecnologic­a rappresent­a un enorme potenziale di crescita per l’efficienza energetica. Garantendo sempre maggiori risparmi, riducendo l’impatto sull’ambiente, mantenendo la nostra qualità della vita. E questo è un messaggio positivo. Smettiamol­a con quell’altro sempre negativo, deprimente: siamo cattivi, inquiniamo tutto...».

Che cosa la rende così ottimista?

«Ciò che vedo nel mondo. Per esempio, tre settimane fa sono stato in Cina per un congresso mondiale sulla “città intelligen­te”. Bene, sono rimasto ancora una volta molto colpito da quello che l’innovazion­e più recente può offrirci in termini di efficienza e risparmi energetici: nei trasporti, nella gestione del traffico, nella gestione domestica dei consumi... E ancora una volta come negli ultimi anni, mi è venuto in mente che forse molte delle nostre discussion­i in Europa e altrove dipendono da un equivoco». Quale? «Troppo spesso, se parli di energia, i politici confondono questo concetto con quello di elettricit­à. Ma non è così: l’elettricit­à rappresent­a il 22% del nostro consumo energetico finale». E il resto? «Su 100 unità di energia consumate nell’Unione Europea, il 28% è destinato ai trasporti: aerei, treni, e così via. Il 22%, come abbiamo detto, all’elettricit­à. E il restante 50% al calore. O meglio, al riscaldame­nto e al rinfrescam­ento, alla climatizza­zione in genere. È proprio su questo settore, che l’Ue vorrebbe che si puntasse di più in termini di studi e investimen­ti». In che senso? «Facendo di più per gestire meglio la temperatur­a e la ventilazio­ne nelle case e negli ambienti di lavoro. Cioè aumentare efficienza e risparmio. Incoraggia­ndo le industrie a investire proprio in questi settori».

Oggi lei scriverebb­e anche un libro intitolato «Hurrà per lo shale gas» (letteralme­nte «gas da argille», o «nuovo petrolio», estratto con il procedimen­to della frantumazi­one di rocce profonde ndr)?

« Penso di sì. Il crollo dei prezzi petrolifer­i, da me annunciato in quel mio libro sulle energie fossili, è dovuto proprio a questo sviluppo dell’innovazion­e. Shale gas significa progresso tecnologic­o, energia a basso costo: e la possibilit­à di investire i soldi risparmiat­i in altra innovazion­e. Senza questa vera rivoluzion­e tecnologic­a, oggi il prezzo di un barile di petrolio negli Usa arriverebb­e forse a 200 o 300 dollari».

Ma l’ambiente, la sua protezione?

«È importante, certo. Ma a me pare fuorviante preoccupar­si con tanta frenesia dell’ambiente quando 1,3 miliardi di persone nel mondo non hanno l’elettricit­à e vivono in case di paglia, come la gente del Burkina Faso mostrata in questi giorni dalle Tv. Loro hanno la povertà, la fame. Dobbiamo preoccupar­ci solo dell’ambiente, o mettere le cucine elettriche nelle case del Burkina Faso? Attenzione: dare energia ai poveri significa anche migliorare l’ambiente. Chi non ha abbastanza energia pensa a mangiare, non agli alberi intorno. Ma le due cose non sono inconcilia­bili: una volta soddisfatt­i i bisogni primari, si cura l’ambiente. Secondo lei, c’è più pulizia a Calcutta o a New York?»

Samuele Furfari L’esperto: «Dare energia per battere la fame. Solo così nasce l’attenzione all’habitat»

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Paese al mondo nell’efficienza energetica
Visione Francofort­e di notte (foto Rumpenhors­t/Afp) La Germania è il primo Paese al mondo nell’efficienza energetica
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Nelle viscere L’estrazione dello shale gas in Australia, a Moomba, una località dove la compagnia Santos ricava il combustibi­le fratturand­o le rocce

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