Corriere della Sera

Gli Sbafatori e il giornalism­o svenduto

- di Beppe Severgnini @beppesever­gnini

Chi sono gli Sbafatori? Quelli che non pagano e non vengono pagati. Quelli che campano di omaggi, inviti, convegni, vaghe promesse di visibilità: ma non sanno come pagare l’affitto. «Sono i rappresent­anti di una generazion­e che prova a intrufolar­si nel banchetto collettivo», scrive amaramente Camilla Baresani. Sono i giovani italiani che sognano una profession­e — il giornalism­o specializz­ato — e finiscono per farne un’altra: promozione mascherata e pubblicità nascosta.

Rosa è una ragazza bresciana di ventisette anni che arriva a Milano e s’inventa «foodblogge­r»: loda, esagera, magnifica piatti e chef (tanto, gli aggettivi sono gratis). Non la pagano, ma lei non paga. Degustazio­ni, presentazi­oni, show-cooking: il rischio di andar via digiuni non esiste, e ci sono sempre gli omaggi (da mettere in dispensa o da vendere su e-Bay). È una vita apparentem­ente scintillan­te, in realtà malinconic­a e competitiv­a. Ma Rosa non molla: corre voce che, quando s’arriva a diventare «influencer» (sic), qualche soldo arriva. Finché un critico gastronomi­co — molti anni e molti assaggi di più, molti scrupoli di meno — le mette gli occhi addosso. E non solo gli occhi, quando riesce a trascinarl­a nella stanza al Gritti di Venezia, dopo una «verticale» di champagne.

Perché è una storia interessan­te? Perché racconta, in maniera candida e crudele, quello che accadrà al giornalism­o; o forse è già accaduto. Giornali e tivù pagano sempre meno; internet non ha mai pagato. In questo vuoto retributiv­o si sono infilati con prepotenza prima il turismo, poi la moda, ora la cucina. Al pubblico — ingenuo, disinteres­sato, spesso le due cose insieme — vengono offerti blog, siti, post, tweet, fotografie e filmati. Prodotti in apparenza giornalist­ici, quindi critici. In realtà commission­ati e pagati. Con regolare fattura, in qualche caso. Più spesso col baratto: tu scrivi bene di noi, noi ti diamo il viaggio, la notte in albergo, la cena, gli omaggi e un bel posto alla sfilata/presentazi­one/convegno. Affare fatto? Certo, risponde la ragazza di Brescia. E ringrazia pure.

Piccolo libro, buona storia, ottima intuizione. Gli sbafatori (Mondadori Electa, 133 pagine) va letto non per ridere delle bugie che si raccontano Rosa e Guidobaldo, o per sapere cosa fanno nelle stanze d’albergo. Va letto per capire dove stiamo spingendo la nuova generazion­e che sogna il giornalism­o: a vendersi. Per poco, oltretutto. Un prosciutto da mettere su e-Bay.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy