Corriere della Sera

Multe cancellate, viaggi e scontrini La parabola del «moralizzat­ore»

Eletto tra lo scetticism­o del suo stesso partito il sindaco in bicicletta è coinvolto in tante cadute Fino alla smentita direttamen­te da Francesco

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Marino l’attraversa, per tragiche settimane, ripetendo sempre una frase, qualcosa tra un mantra e un esorcismo: «Io non mi sono accorto di nulla». In Campidogli­o, il suo soprannome diventa «Bambi» (copyright Walt Disney).

Il chirurgo di fama che a 59 anni arriva da Genova passando per la fondazione di Massimo D’Alema «Italianieu­ropei» e per Palazzo Madama con un curriculum di oltre 650 trapianti d’organo (compreso il primo nella storia dal babbuino all’uomo) e il poster di Che Guevara piegato nel trolley, eletto sindaco tra lo scetticism­o del suo partito, il Pd, e grazie ad un colpo di mano del potente Goffredo Bettini, non si accorge di ciò che accade nel Palazzo Senatorio. Zero, niente, mai neppure mezzo sospetto. Eppure è circondato da persone che fanno affari con Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, «er cecato»: così gli arrestano assessori e consiglier­i, il suo partito sprofonda nel fango, arrivano Matteo Orfini, che del Pd è presidente, a fare il commissari­o straordina­rio e un ex cacciatore di mafiosi come Alfonso Sabella, a fare il super assessore alla Legalità.

Il governo della città traballa, ma la macchina amministra­tiva — già traumatizz­ata dalla terrifican­te cura che gli aveva riservato Gianni Alemanno — lentamente si riaccende.

I camion bar della famiglia Tredicine, che erano davanti al Colosseo, vengono spostati. Chiusa la discarica di Malagrotta. Introdotte norme ferree per i cartelloni pubblicita­ri. Scatenata un’offensiva ai tavolini abusivi in piazza Navona. Abbattuti i muri abusivi sul lungomare di Ostia. Poi Ignazio Marino parte. Va in vacanza, al mare. Ma non va a Fregene o a Sabaudia, a un’ora di macchina dalla città, come facevano altri sindaci (Francesco Rutelli e Walter Veltroni). No, va a tuffarsi nelle acque dei Caraibi.

Una mattina (fuso orario) quelli del suo staff,

gli telefonano: «L’altro ieri ci sono stati i funerali di un Casamonica... hai presente quella famiglia mezza nomade e mezza malavitosa? Beh, era il loro capo... si sono allargati un po’».

Petali di rosa da un elicottero che sorvolava la chiesa di Cinecittà, musiche dalla colonna sonora del «Padrino», vigili urbani di scorta al feretro. Poteva bastare per farlo tornare. E invece no. Finisce le vacanze con comodo, poi torna e riparte.

Destinazio­ne Filadelfia. Al seguito di Papa Francesco. Ma da imbucato. «Ho chiesto agli organizzat­ori e neanche loro lo hanno invitato», precisa — gelido — il Pontefice.

La vicenda degli scontrini è di questa settimana. Con la Procura che indaga per peculato: uso spregiudic­ato della carta di credito del Campidogli­o, cene e pranzi offerti e ospiti (tra cui l’ambasciata del Vietnam e la Comunità di Sant’Egidio) che però negano di essere stati ospiti. I fatti sono questi. Cioè, no: c’è un ultimo sms. Entra sul cellulare a tarda sera.

«Ma lo sai che Marino oggi, ad un certo punto, s’è chiuso a chiave nel suo ufficio e non voleva più uscire?».

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