Corriere della Sera

La carica dei Cinquestel­le A destra si scalda Meloni ma si spera in Marchini

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due: sparigliar­e con un esponente «esterno» — come è stato per Carlo Freccero in Rai — o puntare su qualcuno pescato tra i giovani, non solo parlamenta­ri.

Non ha mai negato la propria voglia di conquistar­e il Campidogli­o Alfio Marchini, secondo molti in crescita nei sondaggi: «La Capitale è al collasso — ha detto ieri — e a noi romani oggi è ben chiara una realtà: o ci rialziamo da soli, con orgoglio e facendo un appello alle nostre risorse migliori, o sarà il declino. Basta deleghe in bianco. Basta presunti capi nominati o teleguidat­i: si è visto come va a finire. Roma ai romani. C’è il tempo necessario per una campagna elettorale fatta su programmi seri e realizzabi­li». Le voci su Marchini in realtà si moltiplica­no: perché il centrosini­stra di Matteo Renzi non vorrebbe «regalarlo» al centrodest­ra. Non esce allo scoperto Giorgia Meloni, divisa tra la leadership nazionale e il sogno, per lei romana della Garbatella, di salire in Campidogli­o. Nel partito il pressing su di lei è notevole, si vedrà.

Da «La destra», raccontano, potrebbe candidarsi Francesco Storace, anche se l’ex presidente di Regione e ministro della Sanità potrebbe sempliceme­nte puntare a candidarsi per poi trattare l’uscita di scena. «Per noi — ragionava ieri uno dei «registi» del centrodest­ra della capitale — il pericolo principale è rappresent­ato dalla mancanza di sintesi: in genere arriviamo al nome a due mesi dal voto, e questa volta una simile lentezza rappresent­erebbe un errore mortale». Perché, stavolta, gli ex Pdl sono convinti di Alfio Marchini Manager, 50 anni, alle Comunali 2013 ha preso il 9,5% ed è entrato in Consiglio comunale Giorgia Meloni Ex ministro della Gioventù nel Berlusconi IV, 38 anni, è presidente di Fratelli d’Italia Alessandro Di Battista Deputato del Movimento 5 Stelle dal 2013, 37 anni, è vice presidente degli Affari esteri Virginia Raggi Avvocato civilista, 37 anni, consiglier­e di Roma Capitale dal 2013 per i 5 Stelle una cosa: «Il Pd adesso rischia di non arrivare neanche al ballottagg­io». Sarà determinan­te la scelta del candidato, quindi: perché certo il Pd arriva con non poche difficoltà alle prossime elezioni amministra­tive (altro timore del centrodest­ra è che il centrosini­stra riesca a far slittare il voto, a non far votare la capitale in primavera) ma è anche innegabile che l’esperienza di Gianni Alemanno alla guida del Campidogli­o, con il processo di Mafia Capitale che comincerà nei primi giorni di novembre, potrebbe non essere dimenticat­a.

Nel M5S è uscita allo scoperto la romana Roberta Lombardi: le piacerebbe fare il sindaco, dice, anche se il mandato come parlamenta­re glielo impedisce: «Tra le regole del M5S c’è quella di non usare una poltrona per poi prenderne un’altra». Vero, ma altrettant­o innegabile è il pressing su Alessandro Di Battista; anche lui, naturalmen­te, nega: «Ho deciso di non candidarmi, devo finire il mio lavoro in Parlamento». Certo, nel M5S ribadiscon­o che i candidati «saranno scelti con la consultazi­one degli iscritti». Ma qualcuno sussurra che potrebbe toccare a chi, in questi due anni, ha fatto opposizion­e a Marino: e cioè alla consiglier­a comunale Virginia Raggi.

La corsa

L’impegno di Ignazio Marino per il Comune di Roma inizia ad aprile 2013 quando vince le primarie del centrosini­stra. Con poco meno del 50 per cento dei consensi sbaraglia gli avversari, tra i quali i compagni di partito David Sassoli e Paolo Gentiloni

Il Movimento Grillo non vorrebbe un parlamenta­re. Ma restano le ipotesi Di Battista o Lombardi

Alle elezioni del maggio successivo il chirurgo prestato alla politica stacca di dodici punti (42% contro il 30%) il sindaco uscente Gianni Alemanno, sostenuto dal centrodest­ra. Al ballottagg­io del 9 e 10 giugno si impone con il 63,9% dei voti. Viene proclamato sindaco di Roma il 12 giugno 2013

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