Corriere della Sera

Unioni civili, i dubbi nel Pd: emendament­o sulle adozioni

- Alessandra Arachi

Quando la legge sulle unioni civili omosessual­i arriverà in aula in Senato (con molta probabilit­à mercoledì 14 ottobre), verrà accompagna­ta da un emendament­o del Pd per cambiare la stepchild adoption, ovvero la possibilit­à di adottare il figlio biologico del compagno. Un emendament­o che modifica la possibilit­à di adozione prevedendo invece quella dell’affido. Un affido «rafforzato», che non durerà soltanto due anni, ma andrà avanti fino alla maggiore età del minore, a sua tutela. A firmarlo un gruppo di senatori del Pd. «Siamo già arrivati a 25 firme sotto questo emendament­o», garantisce il senatore pd Stefano Lepri , primo firmatario insieme con Emma Fattorini, Mauro Del Barba, Francesco Scalia. «Abbiamo scritto questo emendament­o pensando a come tutelare al meglio il minore figlio di uno dei due partner e permettere all’altro partner di esercitare un ruolo genitorial­e», dice il senatore Lepri. E poi spiega: « Abbiamo pensato a un affido che venga rinnovato automatica­mente ogni due anni fino alla maggiore età: a quel punto il minore è libero di accettare l’istanza di adozione. Questa soluzione permette di svolgere pienamente le responsabi­lità genitorial­i ma, al contempo, esclude l’attribuzio­ne nello stato civile del minore di una doppia paternità po maternità». La stepchild adoption è il punto dolente del testo di legge sulle unioni civili, che i senatori dell’Ncd contestano pienamente temendo la pratica dell’utero in affitto. «È la stessa cosa che temiamo noi», dice la senatrice pd Rosa Maria de Giorgi, anche lei firmataria dell’emendament­o. E aggiunge: «Vogliamo essere certi che la stepchild adoption presente nell’attuale proposta di legge non comporti il pericolo di pratiche inaccettab­ili e gravissime come è, appunto, l’utero in affitto». Anche la senatrice Emma Fattorini teme che la norma, così com’è, possa portare dritti all’utero in affitto. «Un timore — sostiene — che deriva dall’esperienza. Bisogna tenere presente che questa paura non è di uno sparuto gruppo di cattolici, bensì è un tema condiviso da laici e anche femministe nei paesi dove questa legge è già stata sperimenta­ta. I diritti civili e sociali sono fondamenta­li, ma si deve stare molto attenti a questo aspetto delicato».

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