Il Veneto e l’appello alla politica: più meritocrazia per crescere Dibattito all’uscita dello speciale del «Corriere» sulla regione. Le imprese: pronti alle sfide del mercato globale
Raccontare le Regioni alle altre Regioni. Nella loro complessità, con i problemi e le opportunità che si aprono all’indomani della crisi. È l’obiettivo di «Italie», l’iniziativa editoriale del Corriere giunta alla terza edizione, tornata ieri con il primo inserto dedicato al Veneto e un evento nella cornice dell’Orto Botanico di Padova.
«“Il patrimonio rigenerato” è il titolo che abbiamo scelto per l’approfondimento dedicato a questa Regione, dove l’innovazione spinge il territorio ad agganciare Sul palco Il dibattito con il direttore Fontana e Zaia della Piccola Industria di Confindustria Alberto Baban, il ceo di Veronafiere Giovanni Mantovani, il direttore artistico della Fenice Fortunato Ortombina, il presidente del Consorzio tutela del Prosecco Stefano Zanette e il direttore creativo di V°73 Elisabetta Armellin, si sono confrontati sulla rivoluzione del modello produttivo del Nordest, «un’avanguardia della sperimentazione che ha accettato la sfida del mercato globale» (Baban) e sarebbe pronta a crescere ancora, grazie ad avventure come quella della «sognatrice», così si è definita, Armellin, che ha lasciato Benetton per creare un marchio di moda diffuso dagli Usa alla Cina, o come quella del Prosecco, che ha registrato tra 2009 e 2014 una crescita del 116%. La politica che sfida i tagli ai bilanci ed è pronta a «saltare sulle barricate» (Zaia), la politica chiamata a non azzoppare piani di sviluppo industriale e culturale come quello della Fenice, che gioca d’attacco con 20 titoli e 110 recite l’anno contro gli 8 titoli e le 55 recite di un tempo, e deve aiutare processi aggregativi come quello tra fiere di Verona e Vicenza, a un passo dal diventare il secondo polo d’Italia e uno dei primi dieci in Europa. «Alla politica — chiude Baban — chiediamo di generare un pensiero positivo. Perché ci sono due “Italie”: quella delle rendite di posizione e dell’assistenza, rassegnata al declino; e quella pronta a cambiare le cose, nel nome del merito».