Corriere della Sera

Quelle cucine in bianco e nero che continuano a sfornare ricordi

Nel libro di Caterina Stiffoni storie e ricette di casa Berengo Gardin. Con contorno di foto d’autore

- Nicoletta Melone

Ci sono cucine con il cuore di acciaio, che scintillan­o e risplendon­o, che stupiscono con effetti speciali, levigate come la pelle di certe top model comunque belle, sfolgorant­i persino al mattino presto: entri in ciabatte per un caffè e quasi ti guardano storto, ostentando ineccepibi­li cassetti sempre in ordine. Dicono: sbrigati che è tardi. E non osare lasciare la tazza sporca nel lavello.

E poi ci sono le cucine dell’infanzia, che hanno il cuore di pietra, ma solo perché l’acquaio è di marmo. La cappa è imponente come una Cappella Sistina casalinga e a volte portano gonnelline a fiori, o lavorate all’uncinetto, per coprire pudicament­e le gambe. O nascondere una sguaiata pattumiera a pedale sotto il lavello. Gli elettrodom­estici non se la tirano, non ti umiliano con distese di pulsanti lampeggian­ti: ronzano e stanno al loro posto, appoggiati un po’ indolenti a muri di piastrelle. È a cucine così, gentili, capaci di somigliarc­i, che è dedicato il libro di storie e ricette scritto da Caterina Stiffoni e accompagna­to da un delicato «contorno» di immagini: gli scatti di suo marito Gianni Berengo Gardin. Riflessi in bianco e nero di tanti momenti condivisi intorno a un tavolo, accanto a un piatto o a una pentola che bolle, sgranati come piselli in una vita fianco a fianco. Storie in cucina (Contrasto) più che un volume di ricette è un menu esistenzia­le articolato in capitoli e diviso idealmente in una studiata sequenza di portate: dalle cucine dell’infanzia, popolate di nonne e di zie, risi e bisi e «sparasi coi ovi», a quelle, coraggiose e povere, della guerra. I fascisti alle porta, da ubriacare di grappa, l’amica ebrea nascosta in dispensa. Dai piatti degli altri scoperti in viaggio, un tabulè in Marocco, un soufflé in Francia, alle proprie, personalis­sime ricette. Quelle, spesso profumate di laguna, di una veneziana che ha sempre lavorato nel mondo dell’interior design, tenendo aperta la porta della sua stanza preferita: la cucina. Il libro sarà presentato dall’autrice e dal fotografo il 21 ottobre (18.30) al Maxxi di Roma nel quadro della mostra «Food dal cucchiaio al mondo». Un viaggio artistico, culinario e «antropolog­ico» tra i piatti di casa Berengo Gardin. E i ricordi di una cuoca che a volte avrebbe voluto «una cucina modernissi­ma, con piani di acciaio e forni con 18 programmi». Ma poi guarda la sua, con il vecchio tavolo di legno e la credenza della mamma e confessa: «Mi fa tenerezza, non potrei mai cambiarla».

 ??  ?? Una foto di Berengo Gardin tratta da Storie in cucina, il libro di Caterina Stiffoni edito da Contrasto ( Gianni Berengo Gardin/Contrasto)
Una foto di Berengo Gardin tratta da Storie in cucina, il libro di Caterina Stiffoni edito da Contrasto ( Gianni Berengo Gardin/Contrasto)

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