Bacche e larve, la grande sfida del cibo del futuro
Diciamo giustamente che dobbiamo nutrire il pianeta, ma non dimentichiamo che il pianeta vuole nutrire noi e noi scioccamente, assurdamente, spesso diciamo di no. Infatti ci mette a disposizione un sacco di cibo che noi non mangiamo. Se solo facciamo una passeggiata ne incontriamo ovunque: dai germogli di tante piante come il gelsomino, il sambuco, il ginepro, il pino, la quercia, l’acacia, le canne, alle loro bacche o frutti. Avete mai assaggiato quelle di faggio? Provatele, maturano proprio in questa stagione. Sono simili alle castagne ma con un loro specifico, e gradevole, gusto. Per non parlare poi di larve, insetti e rettili che per noi non sono mangiabili, ma per molte altre culture rappresentano una fonte economica ed ecologica di proteine nobili, visto che l’allevamento di questo genere di animali è più redditizio e sicuramente meno inquinante di quello di altri animali da carne. Forse oggi ci sembra impossibile ma sarà questo il cibo di domani. La globalizzazione cambierà la nostra cultura alimentare e ci farà superare tanti pregiudizi verso potenziali alimenti che non vogliamo nemmeno assaggiare e che invece sono preziosi. Le ricette cambiano. Ciò che invece manterremo della nostra cultura italiana è la grande capacità di cucinare, il gusto e la creatività nell’accostamento e nella valorizzazione degli ingredienti per creare piatti che il mondo ci invidia. È una capacità che nessuno ci può togliere e che ci accompagnerà sempre, quali che siano gli ingredienti che usiamo.