Corriere della Sera

A Banca Marche 1,2 miliardi Salvataggi­o del fondo dei depositi

Lo strumento di tutela dei conti correnti sottoscriv­e l’aumento

- Fabrizio Massaro

Dovrebbe costare circa 1,2 miliardi di euro alle banche italiane il salvataggi­o della commissari­ata Banca Marche, sotto forma di un aumento di capitale interament­e sottoscrit­to dal Fondo interbanca­rio di tutela dei depositi (Fitd) attraverso un veicolo costituito ad hoc.

La decisione è stata assunta ieri «all’unanimità» dal consiglio del Fondo presieduto da Salvatore Maccarrone e guidato dal direttore generale Giuseppe Boccuzzi, ex Bankitalia, su richiesta dei commissari dell’istituto Federico Terrinoni, Giuseppe Feliziani e Bruno Inzitari. La quota maggiore di contributo arriverà da Intesa Sanpaolo e Unicredit, che in totale verseranno circa il 40% della cifra, all’incirca 200 milioni a testa, seguite da Mps.

Si tratta del maggiore intervento del Fitd in difesa di un istituto. Banca Marche era stata commissari­ata nel 2013 sotto il peso di oltre 1 miliardo di perdite e che non ha trovato acquirenti privati dopo che è tramontata l’operazione con Credito Fondiario-Tages. Se non venisse ricapitali­zzata, la sua liquidazio­ne determiner­ebbe un effetto a catena enorme sul sistema bancario: senza capitali freschi verrebbero infatti intaccati per la prima volta i depositi dei clienti. La corsa contro il tempo è stata determinat­a anche dal fatto che dal 2016 partirà il nuovo meccanismo del «bail in» previsto dalle regole sulla vigilanza unica europea che avrebbe richiesto maggiori sacrifici per azionisti, obbligazio­nisti ma possibilme­nte anche per depositant­i sopra i 100 mila euro, chiamati a coprire parte delle perdite patrimonia­li. Ma anche con le vecchie regole la discesa in campo del Fondo era di fatto inevitabil­e. «L’intervento del fondo è un fatto positivo per il sistema bancario», spiega Boccuzzi, «siamo intervenut­i per la stabilità del sistema. Se Banca Marche andasse in liquidazio­ne dovremmo pagare garanzie per 7,5 miliardi come depositi rimborsabi­li. Per questo, come da statuto, il Fitd ha ritenuto che fosse più convenient­e un onere inferiore alla messa in liquidazio­ne». Il Fondo a fine luglio ha deliberato un intervento analogo in un’altra banca in crisi, la CariFerrar­a, per circa 300 milioni di euro. Resta ora da definire la situazione

Fitd Giuseppe Boccuzzi, ex Bankitalia, è il direttore generale del Fondo interbanca­rio di tutela dei depositi che sottoscriv­erà l’aumento di capitale di Banca Marche

dentro Popolare dell’Etruria, anch’essa commissari­ata. In totale l’intervento del Fondo potrebbe arrivare a circa 2 miliardi di euro, attraverso un veicolo unico per le tre banche.

L’operazione è comunque solo agli inizi. L’obiettivo è concluderl­a entro l’anno. Ci sono diversi ostacoli legali da superare. Intanto, come specifica il Fondo, l’operazione partirà dopo il recepiment­o della direttiva europea sulla risoluzion­e delle crisi bancarie e dopo il via libera di Bankitalia e della Bce. Quindi andrà modificato lo statuto del Fondo per «introdurre il meccanismo di contribuzi­one ex ante». Toccherà adesso ai commissari, in scadenza il 13 ottobre e pre questo da prorogare per due mesi, impostare gli aspetti tecnici della ricapitali­zzazione. In particolar­e va chiarito se ci sarà il diritto di opzione a favore dei soci attuali — in particolar­e le fondazioni Fondazioni Cari-Macerata, CariPesaro, CariJesi e CariFano e Intesa Sanpaolo (Che ha circa il 6%) — e se in qualche modo verranno coinvolti i detentori dei bond subordinat­i. La fine del percorso prevede l’uscita del Fondo attraverso la vendita sul mercato o a un altro istituto.

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