Corriere della Sera

LA SORTE DI UNA STRADA FRA UNA GUERRA E L’ALTRA

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Mussolini aveva già costruito la Balbia, l’autostrada costiera libica. Quali erano i motivi per cui Gheddafi pretendeva che gli italiani gliene costruisse­ro un’altra?

Rachele Cassani

Reggio Emilia

Cara Signora,

Il primo tratto della strada costiera che corre per 1.822 km dalla frontiera tunisina alla frontiera egiziana fu inaugurato da Mussolini nel marzo del 1937. Ma l’iniziativa fu di Italo Balbo, governator­e della colonia dall’anno (1933) in cui il leader del fascismo volle allontanar­lo dall’Italia, dove il talento organizzat­ivo e il successo dei suoi voli transatlan­tici facevano di lui un pericoloso concorrent­e. L’inaugurazi­one della strada dette a Mussolini l’occasione per annunciare una nuova politica araba. Vi fu, durante il viaggio, una grande cerimonia nella pianura di Bugara dove 2.000 cavalieri arabi inscenaron­o una pittoresca manifestaz­ione di lealtà e un notabile, Iussuf Kerbisc, si staccò dal gruppo per offrigli una spada in oro massiccio. Il Popolo d’Italia racconta che Mussolini la puntò fieramente verso il cielo. Più tardi, nel castello di Tripoli, disse che l’Italia avrebbe rispettato la legge del Profeta e avrebbe dimostrato «la sua simpatia all’Islam e ai musulmani del mondo intero». Paradossal­mente questo avveniva pochi mesi prima della promulgazi­one delle leggi razziali.

I lavori per la costruzion­e della strada continuaro­no e si conclusero prima dell’intervento dell’Italia in guerra nel 1940. Da quel momento la «via Balbia» fu teatro di tutte le battaglie che vennero combattute sul territorio libico fino alla lunga ritirata del 1943 e la conquista anglo-americana di Tunisi. Alla fine della guerra, il lungo nastro stradale era inevitabil­mente malconcio e aveva bisogno di parecchie riparazion­i. Ma il suo mito continuava a dominare le relazioni italo-libiche e il suo raddoppio (aveva una sola corsia) divenne il tema ricorrente di tutti i negoziati, avviati e abortiti, fra il governo italiano e il colonnello Gheddafi. La soluzione giunse apparentem­ente con il Trattato di Bengasi dell’agosto 2008 grazie ai fondi promessi dall’Italia (20 miliardi di euro).

Qualche mese dopo fu annunciato che un consorzio di imprese italiane, la Salini Impregilo, avrebbe iniziato i lavori con la costruzion­e del primo tratto dell’autostrada costiera di circa 400 chilometri dalla città di Marj al Emsaad, al confine con l’Egitto. Il progetto comprendev­a la costruzion­e di 12 ponti, 2,2 km di lunghezza, otto aree di servizio e sei parcheggi. Se iniziati regolarmen­te, quei lavori furono certamente interrotti dopo l’inizio della guerra civile; ed è probabile che la parte realizzata sia stata distrutta dai missili francesi e britannici. Spero, per i libici, che non passi troppo tempo che la via Balbia diventi ancora materia di negoziati e si riaprano i cantieri.

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