Rossi&Balotelli, le (incerte) speranze per guarire l’Italia dal mal di gol
Domani contro l’Azerbaigian c’è Pellé. Ma agli Europei Conte cerca altre soluzioni
Pepito è convinto di farcela a riassaporare il profumo dolce dell’azzurro, Mario pure. Sono la coppia più talentuosa del calcio italiano, attaccanti di livello mondiale, eppure fuori dalla Nazionale e dal grande giro. Rossi per via di un ginocchio fragile, Balotelli perché il bambino che è in lui gli impedisce di diventare uomo. Antonio Conte li segue da lontano, con finto distacco e sensazioni ogni giorno diverse. Il rischio è illudersi che insieme, Rossi e Balotelli, o magari anche solo uno dei due, possano risolvere i problemi di una Nazionale che segna con il contagocce: 11 gol (in 8 partite) nelle qualificazioni europee e solo 6 su azione, la metà della Spagna (22), poco più di un terzo della Polonia (29).
Domani a Baku l’Italia ha un solo risultato per sfruttare il match-ball e staccare il biglietto per la Francia: vincere. L’attacco è affidato a Graziano Pellé, titolare nelle ultime tre partite del girone e in quattro delle ultime cinque, comprese le amichevoli. Pellé con il Southampton ha appena schiantato il Chelsea di Mourinho e la speranza di Conte è che per fare male agli azeri sia sufficiente. Ma in Francia, tra otto mesi, servirà di più. L’elenco aggiornato delle punte però non allarga il cuore alla speranza. Immobile langue in panchina a Siviglia, Zaza è la quarta scelta alla Juventus, Gabbiadini si trova più o meno nella stessa condizione a Napoli, Destro gioca sempre a Bologna ma non segna mai, Matri è nelle retrovie della Lazio e Quagliarella non riempie gli occhi del c.t. Dietro Pellé, 7 reti in 12 presenze in questa stagione, 3 in 6 partite azzurre, c’è il vuoto. Ecco perché nella mente del c.t. si agitano i fantasmi di Rossi e Balotelli. Il primo è stato incoraggiato: «Lo seguiamo con affetto». Il secondo bastonato o se vogliamo spronato: «Non bastano un gol su punizione e due partite giocate bene Ancora fuori Mario Balotelli abbraccia Giuseppe Rossi durante un match amichevole con la Nigeria I due attaccanti sono ancora fuori dal giro della Nazionale: il milanista ha giocato buone partite ma deve dimostrare continuità, Pepito cerca la brillantezza dopo i gravi infortuni La speranza del c.t. Conte è di riavere entrambi per gli Europei (LaPresse) per venire in Nazionale».
Conte ha ragione. Difficile fidarsi di Mario, che ha già tradito Prandelli e contribuito al disastroso mondiale brasiliano. La Puma, sponsor dell’attaccante e a fianco della Federcalcio per sostenere il ricco contratto del tecnico, sarebbe contenta di avere Mario a Parigi. Ma Conte sceglierà senza farsi condizionare. A lui i giocatori come Balo non sono mai piaciuti. Vuole applicazione, dedizione, fame. E invece Mario si accende e si spegne come una lampadina difettosa. Il treno milanista è l’ultimo. «Si sta impegnando», assicura Mihajlovic. Il futuro di Balotelli è nelle mani di Balotelli:
Attese diverse Pepito è stato incoraggiato, Mario spronato: «Due partite non bastano»
se giocherà come a Udine, a novembre potrebbe riassaporare la Nazionale. Ma la continuità non è il suo forte e la pubalgia potrebbe dilatare i tempi del ritorno.
L’incertezza è sgradita compagna di viaggio anche di Rossi. Pepito, tornato al gol in Europa League, ha voglia di azzurro. Prima però deve riappropiarsi della Fiorentina. Paulo Sousa sta gestendo il suo rilancio in maniera impeccabile e Conte, ex compagno di squadra del portoghese nella Juve, sa che può fidarsi. L’americanino sinora ha giocato senza incantare, il talento appesantito dall’inevitabile potenziamento muscolare servito a proteggere quel ginocchio di cristallo. Però a differenza di Balotelli ha fame, grinta, voglia di riprendersi quello che la sorte gli ha tolto. L’importante sarà essere pronto a primavera. Con Rossi potrebbe essere un’altra Italia. Ma sono vietate le illusioni.