Motori alla Red Bull il rebus che agita la Rossa
Vettel va in aiuto al suo ex team: «Un peccato perderlo»
All’entrata della cittadella olimpica due tute rosse: sono gli addetti alla sicurezza della Ferrari ad attendere l’arrivo dei piloti. I tifosi li puntano e chiedono foto ricordo, i bodyguard stupiti posano sorridenti. Cartoline dalla Russia, dove la F1 è arrivata l’anno scorso nel parco costruito per i giochi invernali.
Il Cavallino affronta la sfida con la testa libera e il morale a mille: Vettel nei precedenti cinque Gp ha ottenuto gli stessi punti del capoclassifica su Mercedes, 83. Pensare alla quarta vittoria è osare troppo? La parola d’ordine è prudenza: a favore della Rossa qui giocano le curve lente e il ritorno delle gomme morbide e supersoft, le stesse di Singapore. Fra i contro Sochi richiede molta trazione — un problema endemico della Rossa —,inoltre l’asfalto liscio punisce chi non è in grado di mandare in temperatura gli pneumatici. «Se andasse come a Singapore sarei davvero molto felice — spiega Seb —, ma questa è una pista molto diversa. L’anno scorso abbiamo avuto dati difficili da analizzare. Sarà un week end tutto da scoprire». Poi il quattro volte campione del mondo vira sul caso del momento che sta scuotendo il paddock, la «sua» Red Bull senza un motore competitivo per il 2016 è pronta ad abbandonare il Circus: «Perderla sarebbe un peccato per la F1». L’ancora di salvezza per i «bibitari» (e per il satellite Toro Rosso) ora è solo la Ferrari: ma il sentiero è strettissimo e il tempo nemico. A Maranello lo sviluppo