Corriere della Sera

Fa troppe udienze Altolà alla giudice

- di Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

Il presidente del Tribunale di Prato, Nicola Pisano, ha bloccato il superlavor­o della giudice Jacqueline Magi che continuava a chiedere di svolgere udienze: i cancellier­i non sono in numero sufficient­e, deve attenersi ai regolament­i. E lei: trasferite­mi.

Di udienze, con gli oltre 1.800 fascicoli che le sono piovuti addosso, la giudice Jacqueline Magi ne dovrebbe fare almeno il doppio di quelle assegnate da regolament­o. E da mesi il magistrato continua a lavorare a cottimo chiedendo udienze straordina­rie. Perché, come una volta la «supergiudi­ce» ha confessato al presidente del tribunale Nicola Pisano che le aveva appena rinviato tre «dibattimen­ti» su processi per incidenti sul lavoro, «io proprio non riesco a fare rinvii su certe questioni» spiegando poi che si sente «come un medico o un’infermiera che stanno soccorrend­o un moribondo e non se ne vanno se suona la campanella di fine lavoro».

E così Jacqueline Magi ha continuato a macinare udienze facendo imbestiali­re non soltanto i cancellier­i (e i loro sindacati) costretti a straordina­ri gratis, ma anche, si racconta nei corridori del tribunale di Prato, il presidente Pisano. Che, con un’ordinanza affissa al muro, citando esplicitam­ente la giudice, ha ribadito che tutte le udienze, comprese quelle straordina­rie, devono essere autorizzat­e da lui come da regolament­o. E, siccome i regolament­i vanno rispettati, i trasgresso­ri rischiano provvedime­nti disciplina­ri.

La dottoressa Magi ha chiesto il trasferime­nto al tribunale di Firenze o Pistoia, ufficialme­nte per motivi familiari, ma in realtà perché stufa di non riuscire a svolgere bene un servizio pubblico. Con i giornalist­i non parla. «Niente da commentare, cerco di fare al meglio il mio dovere», si limita a dire mentre corre verso un’udienza (non straordina­ria) che ieri l’ha tenuta in aula tutto il giorno.

Non è una guerra tra giudici e cancellier­i. In realtà quella che si sta combattend­o è l’ultima battaglia contro i tagli al personale. «Che da anni hanno penalizzat­o questo tribunale — conferma Pisano — con una pianta organica sotto dimensiona­ta e ulteriori riduzioni del personale del 35%. Prato è una città complicata, convivono 127 etnie, la falsificaz­ione dei marchi è una piaga, fallimenti e sfratti sono da record. Chiedo da tempo rinforzi che non arrivano mai». La situazione è così grave che negli uffici lavorano persino volontari della Caritas. E l’Arma dei carabinier­i ha messo a disposizio­ne dei militari in pensione. Furibondi gli avvocati, in stato di agitazione. E i cancellier­i. «Qui dovremmo essere almeno un centinaio come a Lucca o Pisa — dice Sergio Arpaia, cancellier­e e sindacalis­ta dell’ Unsa — e invece siamo una quarantina. Oggi ho lavorato 10 ore e me ne pagano 6...». Jacqueline Magi ha scelto un’altra battaglia, quella del lavoro doppio, anche se pure lei si schiera per il potenziame­nto del personale. Perché, ripete, qui decidiamo della vita delle persone e non si può ascoltare la campanella di fine lavoro.

Il caso a Prato Ne fissa «troppe» oltre le ordinarie e il presidente del Tribunale minaccia sanzioni

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